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4 buoni motivi per visitare il Museo della Memoria e dell’Accoglienza di S.Maria al Bagno secondo Dolores

1. Storie di speranza rinnovata

Non lasciatevi trarre in inganno dal nome. Non si tratta dell’ennesimo Museo che racconta dello stermino e della persecuzione del popolo ebraico. Chi varca la soglia si trova all’interno di un luogo che narra una storia diversa, la storia di una speranza rinnovata. Senza ricorrere alla macchina del tempo della saga cinematografica Ritorno al futuro le guide, nelle veci dell’anziano e bislacco inventore “Doc”, vi faranno rivivere quegli anni.

Gli anni tra il 1943 e il 1947 quando nella località di Santa Maria al Bagno le forze militari alleate allestirono un campo di accoglienza (conosciuto come Campo n° 34 o Campo Santa Croce) con lo scopo di accogliere migliaia di profughi ebrei di diversa nazionalità, in gran parte provenienti dall’Europa centrale e scampati ai campi di concentramento nazisti.

2. I Murales

La vera chicca è rappresentata da tre murales realizzati dall’ebreo-romeno Zivi Miller, reduce dai campi di concentramento dove aveva perduto moglie e figlio. Si tratta di opere uniche nel panorama dei reperti legati a quel periodo attraverso le quali, utilizzando un’iconografia semplice ma efficace, Zivi non racconta gli orrori che aveva vissuto prima di arrivare a Santa Maria al Bagno, preferisce invece dipingere la speranza di coloro i quali, sopravvissuti alla Shoah, prefiguravano il proprio futuro in Palestina, la Terra Promessa.

3. La Storia d’amore

Per gli inguaribili romantici c’è spazio anche per una storia d’amore. All’interno del campo di accoglienza Zivi Miller gestisce una piccola lavanderia e decide di assumere come assistente la sua giovane vicina di casa Giulia My.  Con questa ragazza, dagli occhi svegli e il fisico gracile, Zivi riesce ad aprirsi e a raccontare della sua vita così,  racconto dopo racconto giorno dopo giorno, i due si innamorano perdutamente e nonostante l’ostilità del padre di lei, per la differenza di età e di religione, decidono di ricorrere alla “fuitina” per poter stare finalmente insieme.

4. Rosso di sera…

Perché dunque dovrebbe interessare un Museo come questo? I motivi sono numerosi perché si tratta di un luogo impregnato di storia, di emozioni, di racconti di vita. Perché il panorama che si gode, da solo merita la visita: un tratto di costa dove il mare è sempre cristallino e sarà difficile resistere alla tentazione di fare un tuffo  o di scattare una foto all’ora del tramonto quando il sole infiamma il cielo che “si veste di mille colori tra accesi arancioni e biondi pallori”.

Allora cosa aspettate? Il Museo della Memoria e dell’Accoglienza vi aspetta!


Dolores De Tuglie Laureata in Tecnologie per la Conservazione e il Restauro dei Beni Culturali quando non è impegnata come guida in un museo partecipa a  diverse attività. Quella che più ama è sicuramente il bricolage. Il suo motto? “Perchè ricorrere a professionisti se a “combinare pasticci” ci riesco benissimo da sola?”

Vorrebbe essere come S. Antonio! Non perché aspiri alla santità, ma per avere il dono dell’ubiquità. Quindi guardatevi le spalle, non esiste luogo in cui non possiate incontrarla e se ne vedete due non preoccupatevi…l’ ubiquità, forse, le è stata concessa!


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