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Dopolavoro con l'archeologo

Dopolavoro con l’archeologo

Venerdì 30 luglio, a Galatina, con un incontro sul tema “ll corpo tra immagini antiche e tabù contemporanei” alle 19.30 partirà il progetto Dopolavoro con l’Archeologo – Birretta culturale. 

Dopolavoro con l’archeologo è un ciclo di incontri tematici incentrati sul binomio “archeologia e attualità”.

Il calendario prevede otto appuntamenti che avranno luogo in diversi in luoghi del Salento fino a novembre 2021, con l’intento di creare occasioni informali di divulgazione del patrimonio archeologico identitario e di riflessione sui temi del contemporaneo, a partire dai reperti più emblematici delle collezioni museali.

I seminari sono organizzati all’interno di ambienti del tutto informali – da qui il titolo dell’iniziativa – soprattutto birrerie del Salento, e prevedono una serie di degustazione durante le quali, a partire da alcuni reperti rappresentativi di specifici temi, un archeologo si confronterà con una voce esperta del settore.

Inoltre il programma prevede la distribuzione di un kit per i partecipanti che permetterà di conoscere le collezioni archeologiche in modo non convenzionale, così da rendere i contenuti più accessibili e coinvolgenti.

Il primo appuntamento si aprirà con un tour guidato dal Museo Civico P. Cavoti, si diramerà attraverso vari punti d’interesse della città, per tornare presso la piazza dove i partecipanti potranno degustare diverse tipologie di birre artigianali partecipando alla conversazione tra la Prof.ssa Flavia Frisone dell’Università del Salento e l’influencer Denise D’Angelilli – Due dita nel cuore, moderata dalla giornalista e scrittrice Loredana De Vitis.

Il primo appuntamento è inoltre inserito all’interno di InTrance Festival – A cuore scalzo, che coinvolge artisti visivi nazionali ed internazionali i quali, attraverso le loro opere, indagano il tema del corpo come luogo d’espressione di forme di pensiero, questioni di genere, identità personale e collettive della società contemporanea.

Il progetto è finanziato dalla Regione Puglia, attraverso il Programma straordinario in materia di cultura e spettacolo per l’anno 2020 e vede la collaborazione fra 34° Fuso, associazione proponente, e i musei archeologici coinvolti nelle attività, ossia il Museo Diffuso di Cavallino dell’Università del Salento, il Museo Archeologico Sigismondo Castromediano, il MUSA – Museo Archeologico dell’UniSalento di Lecce, l’Area Archeologica di Roca Vecchia/Melendugno, il Parco dei Guerrieri e Museo di Vaste, il Museo Civico P. Cavoti di Galatina, il Museo del Mare Antico e il Museo della Preistoria di Nardò. Altri partner coinvolti nell’iniziativa sono The Monuments People APS, M(u)ovimenti, La Capagrossa Coworking, Cooperativa Sociale Orient-Occident; Aps Terre Archeorete del Mediterraneo, Associazione Culturale Articolo 9.

Il programma prenderà il via 

Nel rispetto delle normative antiCovid19 vigenti, la partecipazione a ciascun incontro avviene su prenotazione, fino ad un massimo di 25 persone.

Evento su prenotazione

Per info tel – 3271631656                   

mail: info@34fuso.it

Swapper al MUSA

Swapper al MUSA il Museo dell’Università del Salento

Swapper al MUSA

Siamo Alessandra, Marta, Rebecca, Giulia, Benedetta e Chiara della classe 4a/sia dell’ I.T.C. “Galilei-Costa” e oggi vi racconteremo la nostra esperienza di alternanza scuola-lavoroe di siamo state accolte al Musa con Swapmuseum.

Swapmuseum è un’associazione che si occupa di promuovere la cultura e in particolare i musei dando modo ai ragazzi di reinterpretare attraverso la creatività le collezioni museali.

Il Museo storico-archeologico dell’Università del Salento offre la possibilità di visionare e ascoltare, attraverso diverse tecnologie, ciò che avveniva nel passato. Nel museo abbiamo trovato le tappe fondamentali delle ricerche condotte da storici e archeologi dell’Università del Salento: attraverso reperti, ricostruzioni (virtuali e materiali) e approfondimenti testuali abbiamo ripercorso la storia con un’estensione sia temporale che spaziale. Nelle cinque sale, infatti, si può trovare un percorso che va dalla preistoria al Medioevo, dal Salento all’Oriente mediterraneo. L’esplorazione della collezione ci è stata facilitata, inoltre,  dall’ausilio di strumenti tecnologici.

La prima sala, di colore ottanio, attraverso video e documentari ci mostra in cosa consiste la ricerca archeologica. Nella seconda sala, anch’essa di colore ottanio sono presentati reperti e ricostruzioni di contesti della preistoria e protostoria del Salento. Proseguendo in ordine cronologico, la  terza sala, di colore bordeaux, è dedicata ai messapi, la quarta  invece presenta diversi colori: l’età romana di colore blu in cui sono esposti oggetti rinvenuti da relitti sommersi scoperti grazie a ricerche archeologiche subacquee che hanno permesso di ricostruire i traffici commerciali lungo  le coste salentine in età romana. La parte dedicata al medioevo è di colore viola e si può ripercorrere l’evoluzione del paesaggio lungo tutto il Medioevo. Tra età romana e medioevo si presenta una piccola sezione di colore rosso dedicata al tardoantico.

Infine, nella quinta sala, di colore marrone, attraverso alcuni video, possiamo immergerci negli scavi e negli studi di materiali antichi condotti dall’Università del Salento non solo in Italia ma anche in altre parti del Mediterraneo.

In tutte e quattro le settimane trascorse al Musa abbiamo lavorato a stretto contatto con tre ragazzi che frequentano l’Università, che come noi hanno portato a termine dei progetti, con  il fine di valorizzare l’immagine del museo:  ad esempio Alfredo ha realizzato un filmato descrittivo del museo, Genni ha reso più comprensibili le didascalie dei reperti presenti e Debora si è occupata della creazione di audioguide . Noi, invece, divise per gruppi, ci siamo occupate di aggiornare il portale di Pugliamusei, abbiamo immaginato una card per i giovani residenti (e non) favorendo le loro visite al museo con degli sconti nei luoghi da loro più frequentati.

Noi siamo arrivate al termine del nostro percorso, siamo state molto soddisfatte del lavoro realizzato e speriamo che possa essere d’aiuto per darvi la possibilità di scoprire le meraviglie nascoste della nostra terra!

"Archeologia creativa. Al chiaro di luna nel Museo Diffuso"

“Archeologia creativa. Al chiaro di luna nel Museo Diffuso”

Mercoledì 20 luglio il Dipartimento di Beni Culturali dell’Università del Salento, in collaborazione con il Comune di Cavallino e A.R.V.A s.r.l., appuntamento con la III edizione di “Archeologia creativa. Al chiaro di luna nel Museo Diffuso”. Quest’anno nell’iniziativa verrà coinvolto anche il MUSA – Museo Storico Archeologico di Lecce.

Programma:

ore 9.00: visita gratuita dell’esposizione del MUSA con l’accompagnamento di una guida, per esplorare il passato più remoto del Salento attraverso l’osservazione di reperti archeologici rinvenuti dall’Università del Salento e riproduzioni di contesti antichi con l’ausilio di strumenti multimediali.

ore 10.30: illustrazione della mostra del docente di Storia d’Arte Contemporanea Massimo Guastella “Enzo Assenza. Scultore discreto. Opere dagli anni Trenta agli anni Settanta” che svelerà come e perché nell’arte contemporanea di Assenza spesso ritorni la memoria dell’antico.

ore 18.00:  presso il Museo Diffuso di Cavallino gli studenti dei corsi di laurea triennale e magistrale in Archeologia e della Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici partecipanti al Cantiere Scuola di archeologia, diretto dalla prof.ssa Grazia Semeraro, illustreranno i risultati dell’ultima campagna di scavo e animeranno una Curiosity zone sui temi della ricerca archeologica.

ore 19.00: performance dell’attore-regista ed esperto di stone balancing Simone Franco “Fabbricanti di Armonie in Equilibri di pietre” nel piazzale antistante il Museo Didattico Archeologico.

ore 20.30: consegna del premio speciale MAIER (Missione Archeologica Italiana a Hierapolis di Frigia).

ore 21.00: concerto “Serenata Napulitana” del Trio Percorda.

L’ingresso è gratuito

Segui l’evento su fb

“Luciano Canfora presenta Tucidide”

“Luciano Canfora presenta Tucidide” al MArTA

Giovedì 30 giugno alle ore 18:00 presso il MArTA – Museo Archeologico Nazionale di Taranto: “Luciano Canfora presenta Tucidide”.

Il noto professore e filologo classico Luciano Canfora presenterà il suo ultimo libro dedicato all’autore greco che narrò le Guerre del Peloponneso. Studiare la storia serve per capire chi siamo e ci spinge ad agire, superando i limiti imposti dalla natura. L’inquietudine infatti e l’incapacità di accontentarsi hanno causato stragi efferate ma anche la costruzione del Partenone. Grandezza e miseria hanno le stesse cause, bene e male sono inesorabilmente intricati. La traduzione della Guerra del Peloponneso ha fondato la filosofia politica moderna: conviene meditare sulla lezione di Tucidide, storico sempre presente.

L’evento è organizzato da BCC San Marzano in collaborazione con Libreria Laterza, Museo Archeologico Nazionale di Taranto – MArTA e Yachting Club.

L’ingresso è libero.

“I TESORI MAI VISTI” al MArTA di Taranto

“I TESORI MAI VISTI” al MArTA di Taranto

Giovedì 23 giugno dalle ore 20:00 alle ore 23:00 continuano i “Giovedì del MArTA” con “I TESORI MAI VISTI”. Protagonista: la collezione archeologica Ragusa.

Il pubblico avrà la possibilità di scoprire, con l’ausilio di una guida, i tesori mai visti dei depositi del Museo Archeologico Nazionale di Taranto. Contemporaneamente, all’interno della sala della statuaria romana, sono previste delle dimostrazioni sulle attività del restauro durante le quali i restauratori mostreranno il dietro le quinte del MArTA.

Info:

Ciascuna visita è rigorosamente limitata a gruppi di massimo 15 persone e si terrà: alle ore 20:00, alle ore 21:00 e alle ore 22:00. La prenotazione è obbligatoria

Alle ore 20:45 Nuova Apulia, con tariffa promozionale, organizzerà una visita guidata sui capolavori del MArTA .

Costo biglietto d’ingresso + visita dei “TESORI MAI VISTI” o dei capolavori del MArTA: € 7,50 (tariffa intera) – € 5,00 (tariffa ridotta) – € 2,50 (visitatori dai 12 ai 18 anni) – gratis fino a 12 anni.

“La Fortuna vien dal Mare – Realizza il tuo Amuleto”

“La Fortuna vien dal Mare – Realizza il tuo Amuleto”

Sabato 25 giugno alle ore 17:00 il MARTA – Museo Archeologico Nazionale di Taranto organizza il laboratorio estivo per bambini “La Fortuna vien dal Mare – Realizza il tuo Amuleto”.

Per l’occasione, i ragazzi diventeranno protagonisti di un percorso che li porterà a conoscere le conchiglie, reperti malacologici in mostra al Museo e la loro funzione di portatori di fortuna durante l’Antichità. Dopo questo momento di apprendimento, i giovani, guidati da un educatore museale del concessionario Nova Apulia, realizzeranno dei piccoli monili in conchiglia che diventeranno il loro amuleto.

Info:

il laboratorio è rivolto a ragazzi dai 7 fino ai 12 anni; dura 2 ore e la tariffa prevista è di 8 euro.

La prenotazione è obbligatoria al numero 099.4538639 o via e-mail: museo.taranto@novaapulia.it

Campo Estivo al Museo Civico Messapico

Campo Estivo al Museo Civico Messapico

Mercoledì 6 luglio presso il Museo Civico Messapico di Alezio, Akra Iapygia organizza il secondo Campo Archeologico Estivo “Vivere come un bambino dell’Antichità” per ragazzi tra i 7 e i 12 anni, alla scoperta del mondo affascinante dell’archeologia, attraverso una serie di laboratori tenuti da esperti della didattica museale dell’Associazione Il Filo della Storia coordinati da Maria Laura Spano.

Info:

il laboratorio sarà attivato al raggiungimento di 15 partecipanti ed è diviso in turni

il costo è di 40 euro e comprende le spese assicurative

per le iscrizioni: 3476107779 – 3209581398.

Segui l’evento su fb assieme alla pagina del Museo

Al Museo Marta di Taranto un ricco fine settimana

Se non avete ancora visitato il Museo Marta di Taranto o se cercate l’occasione giusta per varcare la sua soglia appena potete, quest’ultimo fine settimana di febbraio potrebbe essere l’ideale.

Tra sabato e domenica sono tre le attività in programma al museo tarantino e tutte molto diverse tra di loro.

Si comincia sabato 27 alle 17 con i più piccoli dai 5 ai 12 anni. Per loro e a quanto pare a grande richiesta ritorna la visita guidata animata “ETHRA RACCONTA….GIOCHI E PASSATEMPI DELL’ANTICHITA”. Al termine della visita tematica sui giocattoli, nelle sale del MARTA, i bambini parteciperanno ad attività ludiche supportate dal tutor di NOVA APULIA.

Bambini al Museo Marta di Taranto

Foto: Marta Museo di Taranto

 

Tariffa 6,00 euro.
Posti limitati.
Prenotazione obbligatoria al tel. 099.4538639 o mail: museo.marta@novaapulia.it 

Se la mattina ha l’oro in bocca ma la domenica non siete proprio dei mattinieri, ci pensa il museo che ori ne ha di spettacolari nelle sue sale. Con tutta calma,  Domenica 28 Febbraio alle 11 (ingresso alle ore 10.30), potrete rilassarvi con un Concerto-aperitivo della rassegna “Musica al Museo“, in collaborazione con l’Associazione Musicale “Domenico Savino” e l’Istituto Superiore di Studi Musicali G.Paisiello. A confrontarsi con le musiche di Penella, Giuliani, Forresu e Gutièrrez sarà il Chitartarentum Ensemble.
L’aperitivo verrà offerto al pubblico da produttori e aziende locali al termine del concerto.

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L’accesso al concerto avverrà con l’acquisto del biglietto del museo (euro 5,00 intero, euro 2,50 ridotto, gratuito fino ai 18 anni). Info e prenotazioni: 099-4538639  mail – museo.taranto@novaapulia.it

Sempre la domenica nel pomeriggio (h. 16.30), largo nelle sale ai bambini dai 7 ai 10 anni per il laboratorio ” ATTORI E MASCHERE”, una visita guidata tematica sul teatro nell’antichità con successivo laboratorio creativo e quiz finale.

Tariffa 8.00 euro.
Posti limitati.
Prenotazione obbligatoria al tel. 099.4538639 o mail: museo.marta@novaapulia.it

marta museo di taranto_bambini_pugliamusei

Foto: Marta Museo di Taranto

Musica, aperitivi, attività per i bambini e il museo sempre aperto durante questo week-end:  tutti dei validi motivi per programmare a Taranto il vostro week-end o giornata fuori porta. Per i tarantini si tratta solo di programmare una passeggiata in centro.

Comunque sia, anche se non doveste riuscire per domani e dopodomani, ricordatevi che il  Museo Marta di Taranto è aperto tutti i giorni dalle 8.30 alle 19.30 (chiusura biglietteria ore 19.00).

Tarantini all’ascolto: dopo o prima del Museo, che cosa consigliate di fare o vedere assolutamente a Taranto? Aspettiamo le vostre idee nei commenti. Buon fine settimana a tutti.

 

 

 

 

Il passato per il futuro:Dialoghi sulle nuove frontiere dell'Archeologia con i docenti dell'Università del Salento

Al Museo Storico Archeologico dell’Università del Salento, torna Il Passato per il Futuro

Un ciclo di Dialoghi tenuti dai docenti universitari per informare, diffondere e far appassionare all’archeologia giovani, studenti e comunità.

Martedì 2 febbraio alle ore 17 al MUSA, Museo Storico Archeologico dell’Università del Salento prenderà il via il primo degli incontri previsti dalla terza edizione di “Il passato per il futuro“.
Attraverso un confronto aperto con i docenti del Corso di Laurea in Beni Archeologici dell’Università del Salento si cercherà di avvicinare il pubblico ai temi delle più recenti ricerche in storia antica e archeologia condotte dall’Ateneo leccese, improntate sull’interazione fra saperi e competenze di ambito umanistico e tecnico-scientifico.

Museo storico archeologico musa Pugliamusei

Il format divulgativo ideato dal Museo Storico Archeologico, il più attivo tra i musei universitari leccesi, diretto dalla Dott.ssa Grazia Maria Signore, prevede nei pomeriggi del martedì due brevi dialoghi di mezzora l’uno seguiti dalla possibilità di una visita guidata al museo.

I temi sono vari e vanno dalla fantarcheologia sui social a questioni più accademiche legate alla letteratura antica passando attraverso la gestione di musei e aree archeologiche.

I dialoghi sono adatti agli studenti della Scuola Secondaria di II grado e al vasto pubblico e offrono la possibilità di saziare la diffusa curiosità verso l’archeologia pur non essendo degli addetti ai lavori e al sicuro da ricostruzioni favolistiche che poca hanno a che fare con la materia.musa Museo lecce Pugliamusei

Domani 2 febbraio per il primo appuntamento de “Il Passato per il Futuro” al Museo Storico Archeologico si confronteranno con il pubblico Paolo Güll  su “Fantarcheologia portami via. La scienza sui social tra haters e untori”; Maria Elvira Consoli su “Il culto della Fortuna Prenestina in Cicerone” e Serena Palma su “Cuma in Virgilio”.Abstract interventi
Paolo Güll: L’archeologia sembra attraversare una nuova stagione di interesse e questo parrebbe un successo ma a guardare bene il web la sua vita e soprattutto quella degli archeologi è tutt’altro che facile. Attraverso un’analisi di quanto sta accadendo e di come il web sia diventato cassa di risonanza si approfondirà il rapporto tra archeologia e politica oggi.
Maria Elvira Consoli: Cicerone nel De Divinatione indaga le origini della pratica divinatoria delle sortes presso Preneste dove sorse il tempio della dea Fortuna Primigenia. Sulla base del confronto tra analisi critica, analisi del testo ed esame della documentazione storico-archeologica si intende illustrare il pensiero di Cicerone sulla divinazione.
Serena Palma: L’antro della Sibilla Cumana compare nei primi versi del VI libro dell’Eneide. In questo luogo Enea dovrà ascoltare i vaticini prima di scendere nell’Ade e scoprire il destino della sua stirpe. Il passo offre interessanti elementi iconografici inediti rispetto ad altre testimonianze figurative ormai note e consolidate nel tempo.
 L’ ingresso è libero fino ad esaurimento posti per cui è consigliata la prenotazione (0832 294253; infomusa@unisalento.it)

 

museo Castromediano lecce puglia musei

4 buoni motivi per visitare il Museo Provinciale S. Castromediano di Lecce secondo Elena

1. Il più antico museo di Puglia

Il Museo Provinciale Sigismondo Castromediano di Lecce oltre ad essere il più antico di Puglia, è potenzialmente una delle strutture museali più significative dell’Italia meridionale per la sua storia, per le dimensioni e per la ricchezza e varietà delle collezioni. Fu istituito nel 1868 su impulso della Commissione Provinciale di Terra d’Otranto presieduta da Sigismondo Castromediano, duca di Cavallino. Castromediano fu di ideali liberali, antiborbonici e mazziniani, per questo conobbe le carceri e fu costretto all’esilio. Tornato in patria, fu eletto Deputato del primo Parlamento dell’Italia unita, mentre negli ultimi anni abbandonò l’attività politica interessandosi interamente agli studi di storia e archeologia. Il Direttore Castromediano, infatti, svolse una lungimirante azione di recupero dei materiali provenienti da scavi fortuiti nel territorio salentino e pugliese in generale, impedendone la dispersione o l’alienazione, compilando l’inventario generale di tutti i reperti con accurate descrizioni, dividendoli ed esponendoli per classi di appartenenza secondo i principi del collezionismo ottocentesco.

2. Un pò di Guggenheim

Il Museo, propone un allestimento espositivo che richiama gli interni del Guggenheim di New York e dal 2011 è stato diviso in cinque sezioni, ognuna contraddistinta da un colore e da un simbolo diverso che facilitano il visitatore nell’orientarsi.

3. Cinque percorsi da non perdere

Nella sezione Preistoria nel Salento, che inizia 80.000 anni fa quando l’uomo del Paleolitico cominciò ad abitare le grotte sparse tra le scogliere, è ricostruita virtualmente la Grotta dei Cervi di Porto Badisco con le sue straordinarie pitture rupestri. Un’occasione imperdibile per mirare uno dei pezzi più importanti della storia Salentina, purtroppo non visitabile dal vivo!

Da segnalare per importanza al primo piano, il Cratere a colonnette del pittore di Leningrado con tre sileni intenti a pigiare l’uva e il Cratere con Menade danzante di estrema eleganza proveniente da Egnazia. Nella sezione del Museo Topografico, poi il materiale è disposto secondo il luogo di provenienza degli scavi (Lecce, Rudiae, Cavallino, Roca, Poggiardo, ecc.), in un’ideale passeggiata archeologica nel Salento da nord a sud e dalla costa orientale a quella occidentale, dai Micenei, ai Romani, passando per i Messapi. Si passa, quindi, nella sezione del Medioevo dove si fronteggiano il Polittico della bottega di Lorenzo Veneziano e quello attribuibile ad Alvise Vivarini, che testimoniano la committenza pugliese ad artisti veneti tra Trecento e Quattrocento e gli assidui scambi tra la nostra terra e la laguna veneta. Il percorso continua al terzo piano, nella Pinacoteca, dove nella sezione dedicata al Barocco ci imbattiamo subito in alcune opere di matrice post-caravaggesca. Al terzo piano, troviamo infine la sezione Ottocento e Novecento con opere di artisti salentini contemporanei, all’epoca incoraggiati all’arte dal Consiglio Provinciale di Terra d’Otranto attraverso borse di studio che permisero l’aggiornamento fuori dalla nostra terra e anche all’estero.

4. L’altra faccia del museo

Pochi, inoltre, sono a conoscenza del fatto che il Museo dispone di una vasta Biblioteca e dei Laboratori di Restauro all’avanguardia, dove si utilizzano le ultime tecnologie tra cui la pulitura delle superfici con il laser e la camera anossica per la disinfestazione di insetti xilofagi. Ho avuto il piacere di collaborare, in un tirocinio di due mesi, con l’equipe di restauratori capeggiata dal professore Nicola Ancona.


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Elena Carluccio nasce a Bari nel 1988. Dopo aver compiuto gli studi classici, si laurea nella Specialistica di Storia dell’Arte dell’Università del Salento. Frequenta da due anni l’umidità della laguna veneta per studiare Restauro di opere d’arte (tele, tavole, scultura lignea e dipinti murali) presso l’Istituto Veneto per i Beni Culturali di Venezia. Si interessa di arte, restauro, fotografia e cultura visiva, ma voleva fare la ballerina, l’esploratrice o il medico legale.


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museo faggiano lecce puglia musei

2 buoni motivi per visitare il Museo Faggiano di Lecce secondo Paolo Ferrante

1. Un’esperienza mistica

Quando entrai la prima volta nel Museo Faggiano ero già molto grande. Avrei voluto vederlo da piccolo, chissà che colpo sarebbe stato per la mia immaginazione! Ciononostante, anche vedendolo in tempi recenti, entrarci per la prima volta è stata comunque una vera e propria esperienza mistica. Come penetrare nella dimensione del mistero, vedendo le storie di varie epoche stratificarsi sui muri con vecchi affreschi, nei disimpegni, nei resti dei canaletti nei pavimenti, nelle scale strette e consunte, nel pozzo che dà direttamente sul misterioso fiume Idume che scorre nel dolce buio sotterraneo urbano.

2. Un’altra prospettiva di Lecce

Un museo strutturato come una torre esoterica, o un albero metafisico che affonda le proprie radici alcuni piani sottoterra e man mano parecchi livelli più sopra si innalza verso il cielo, sulla vetta del terrazzo dalla quale è possibile ammirare un’altra prospettiva di Lecce.


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Paolo Ferrante nasce nel 1984 a Galatina (LE). Frequenta il liceo artistico V. Ciardo e poi l’Accademia di Belle Arti di Lecce. Dopo un breve periodo a Milano, ritorna nel 2012 e collabora con vari centri culturali e case editrici, per poi fondare nel 2014 l’ Idume Studio, collettivo di arte contemporanea col compito di indagare l’immaginario sotterraneo territoriale.


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4 buoni motivi per visitare il Museo diffuso di Cavallino secondo Loredana

1. Un balcone sulla storia

Un cancello di ferro zincato è l’ingresso da Piazzetta Fratelli Cervi al Museo diffuso di Cavallino. Il balcone sulla storia è un ingombro metallico stridente con la bellezza del paesaggio circostante.
Una signora capelli corvini, ricci, tagliati a carré corto sul collo,  ha gli occhi segnati da una spessa matita nera e  mi chiede se sono la guida che i ragazzi stanno aspettando e se può sciogliere il cane che ha al guinzaglio tanto è buono ed è attratto solo dalle cagnoline. No, io non sono la guida, sono qui per perdermi per un paio d’ore in un luogo a me caro.

2. Civiltà che si mescolano

E’ un primo pomeriggio di metà Ottobre, un leggero vento di maestrale e il sole splendente rendono i colori accesi, il verde dei prati  è più verde, il sentiero in terra rossa è rosso più che mai. Il  muro di cinta in pietre a secco a destra non ha nulla a che fare coi Messapi. Sono trenta ettari di terreno dove cresce spontaneamente la rucola, il tarassaco, la cicoria, la calendula, la malva. Dove i cumuli di pietre, le specchie, le pagghiare i fichi si confondono con le tombe, con le fortificazioni, con i resti delle case del villaggio arcaico.

3. Là dove c’era una città ora c’è l’erba

Passeggiando sui prati, prima ancora di arrivare nella zona nord-est dove è condensato il maggior numero di reperti riportati alla luce,  sentirete forte la presenza di qualcosa sotto i vostri piedi. Immagino che la maggior parte di voi camminando sui lastricati o sull’asfalto di una qualsiasi città contemporanea pensi ai prati che c’erano prima sotto.
Qui lo stesso ragionamento, ma al contrario.
Cammini su un prato ma sai che sotto ci sono i resti di una antica civiltà con le sue strade e le sue case. Quello che è successo qui nel V secolo a.C. è evidente nei segni lasciati sulle fortificazioni distrutte, sulle mura bruciate delle abitazioni, nelle cisterne d’acqua riempite di pietra.
Una distruzione violenta.
Impensabile nel quadretto arcadico di questo pomeriggio dove tutto trasmette pace e tranquillità, come solo un paesaggio rupestre può fare.
Se non fosse per le sagome dei guerrieri messapici in ferro battuto, opera di Ferruccio Zilli.

4. La quiete

Da bambina, parlo metà degli anni Settanta, intorno ai sassi della porta Nord ci giocavo con la mia amica Teresa  a “tuddhri” e a nascondino.  Suo padre coltivava il tabacco e il grano in quella terra fertilissima.  E malediceva i divieti di arare in profondità.
Sul finire degli anni Ottanta ci accompagnavo i miei amici olandesi della Libera Università di Amsterdam, studenti di archeologia a Lecce con Erasmus.
Ora ci torno per l’eternità che trasmette e per il senso di quiete.
La superficie delle cose è molto spessa a volte per poter arrivare in profondità, ma non qui.


Loredana Potenza di Cavallino, seppur per caso nata a lecce. Attualmente abito a Corigliano d’Otranto. Studi di archeologia mai completati. Il più bel ricordo lo scavo a Valesio con la Libera Università di Amsterdam, spedizione diretta dal prof. Boersma. Attualmente sono impegnata nel lavoro come responsabile alla segreteria e alla comunicazione di un’agenzia di rappresentanza nel settore casa e arredo. I figli sono cresciuti e coltivo i miei interessi : contemplazione dei paesaggi, passeggiate al mare soprattutto in inverno, scrittura creativa. Non ho molto da dire su me stessa . Bisognerebbe conoscermi di persona.


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museo della civiltà contadina

3 buoni motivi per visitare il Museo della Civiltà Contadina di Tuglie secondo Barbara

1. Il bisogno aguzza l’ingegno

Ho sempre pensato che il Museo della Civiltà Contadina di Tuglie fosse una sorta di stargate capace di catapultare il visitatore nel passato: un passato sicuramente problematico e pieno di privazioni ma autentico, genuino. Ho sempre cercato di immaginare come fosse la vita raccontata dai miei nonni: possibile che in passato realmente “nu se minava via nenzi?”. E il fatto di trasformare la cenere o l’olio in detersivo per la biancheria? Pura alchimia! Ebbene, grazie a questo incantevole luogo, tante e tante altre mie curiosità sono state soddisfatte. Gli attrezzi più disparati e bizzarri raccolti in questo museo, non sono solo una testimonianza dell’arte dell’arrangiarsi dei nostri nonni ma anche della genialità che portava queste persone a inventare strumenti per rendere le loro vite un po’ meno complicate. Ricordo ad esempio la mia sorpresa di fronte ad un aggeggio buffo simile ad una trottola, fatto di legno, spago e una punta d’acciaio. -È per caso un giocattolo?- chiesi.
Signorina, questo è uno “Cconza ‘mbili”. Serviva per aggiustare i piatti in terracotta che si rompevano. Fungeva come una sorta di trapano- spiegò la guida.

2. Non si facevano mancare nulla

Recarsi al Museo della civiltà contadina inoltre, è un’occasione per visitare il Palazzo Ducale che lo ospita. Particolarità del Palazzo è che nonostante sia ubicato nella piazza del paese, tra stradine e vichi, abbia alle sue spalle ettari di campagna. In questa campagna, attraversata dalla ferrovia, i nobili che un tempo abitavano il Palazzo, ebbero una bizzarra trovata: fecero creare una fermata apposita per loro, delineata da un piccolo cancelletto ancora oggi visibile. I treni che circolavano per quella direzione, avevano l’obbligo di fermarsi in corrispondenza di quella fermata privata. Essere ricchi e nobili, significava anche questo.

3. Impara l’arte e mettila da parte

Il Museo offre inoltre vari servizi e attività come la masseria didattica che permette a grandi e piccoli di conoscere le piante e i loro frutti, di coltivare il baco da seta, di apprendere a produrre burro e formaggi, confetture e miele.


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Barbara Cataldo nasce a Parabita nel 1984. Laureata in Lingue e Letterature Straniere, collabora spesso con scuole di lingua italiana del luogo nelle vesti di guida turistica, permettendo anche a stranieri di tutto il mondo di apprezzare e godere delle bellezze del Salento.


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