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Apulia Land Art Festival presenta OPEN CALL DI RESIDENZA PER ARTISTI 2018

Apulia Land Art Festival

presenta

OPEN CALL DI RESIDENZA PER ARTISTI 2018

“non posso ammettere che questa struttura diventi un posto di divertimento perché è stato comunque un luogo di sofferenza. [ ] Mi oppongo a questi tentativi di distruggere la memoria. Dobbiamo fare di tutto perché questo campo rimanga in vita”

Elisa Springer, sopravvissuta ad Auschwitz in visita alla Casa Rossa, febbraio 2001

Un luogo di memorie. Memorie che parlano di segregazione, sofferenza, odio razziale, deportazione, annichilimento dell’identità umana. Ma anche di forza, speranza, ospitalità, condivisione, compassione. Tutto questo e molto altro è racchiuso nel rosso scrigno della Casa Rossa di Alberobello, situata a pochi chilometri dal centro abitato. Un luogo non unico in Puglia, dove le ex-masserie adibite ad usi militari non sono rare, ma speciale per le diverse storie e stagioni che ha ospitato.

E’ questo il luogo – posto non solo all’incrocio delle tre province pugliesi (Bari, Brindisi e Taranto), ma anche della storia e dei destini di diversi popoli e Nazioni -, e nello specifico l’ampio territorio di circa 10 ettari fatto di orti terrazzati e boschetti che la circondano, che il 7-8-9 settembre 2018ospiterà la VI edizione dell’Apulia Land Art Festival.

Al fine di selezionare n. 10 (dieci) partecipanti che prenderanno parte a questa edizione dell’Apulia Land Art Festival, curata da Carmelo Cipriani(residenza artistica Land Art) e Giuseppe Capparelli (sezione Installazioni Ambientali), presso ilparco agrario della “Casa Rossa, l’Associazione UnconventionART indice la presente Open Call. Tutte le proposte dei progetti da realizzare durante il festival dovranno attenersi alle linee guida del bando (vedi Art. 2 del documento).

Il tema di questa VI edizione del Festival è “2100 metri quadrati di memoria. Storie e percorsi della Casa Rossa”. L’artista, a seguito di una ricerca delle fonti (sezione ‘Cenni Storici’ del Bando), avrà la possibilità di declinare il proprio progetto artistico sulle identità, le stagioni e gli avvenimenti accorsi nel tempo nella ex-masseria Casa Rossa. Il progetto da presentare potrà interessarsi di una o più identità. I candidati dovranno presentare un progetto site specific nonchè inedito.

Le candidature dovranno pervenire tramite e-mail all’indirizzo direzione@apulialandartfestival.it entro e non oltre le ore 12.00 del giorno 15 Giugno 2018. Le opere selezionate saranno realizzate presso il parco agrario della Casa Rossa, nel Comune di Alberobello (BA), tra il 30 Agosto e l’8 Settembre 2018 (ore 12:00) e presentate durante la Domenica conclusiva del festival, giorno 9 Settembre 2018.

Apulia Land Art Festival è un progetto culturale ed artistico accolto e inserito all’interno delle celebrazioni per l’Anno Europeo del Patrimonio Culturale 2018– “Il nostro patrimonio: dove il passato incontra il futuro”, #EuropeForCulture.

Scarica il Bando:

Bando Apulia 2018

Download:

Announcement Apulia 2018

Contatti

 

Nino Longobardi

NINO LONGOBARDI/APPARENZE a cura di Achille Bonito Oliva

NINO LONGOBARDI/APPARENZE a cura di Achille Bonito Oliva

Tra Castel del Monte (Andria/BAT) e Palazzo Senesi (Canosa/BAT) dal 26 aprile al 30 ottobre 2017.

Inaugura mercoledì 26 aprile ore 18.00 a Castel del Monte la mostra Apparenze di Nino Longobardi a cura di Achille Bonito Oliva.

<< Con le opere di Nino Longobardi esposte a Castel del Monte e a Palazzo Sinesi, la morte torna in vita attraverso una rappresentazione che sdrammatizza il referto definitivo della scomparsa e ipotizza invece un suo riscatto mediante la sorpresa d’innesti sorprendenti e carichi d’ironia>> Achille Bonito Oliva

La scultura di Nino Longobardi dialoga con i misteriosi spazi di Castel del Monte e si estende nel Museo Archeologico di Palazzo Sinesi a Canosa di Puglia nella mostra dal titolo “Apparenze”, curata da Achille Bonito Oliva e voluta dal Polo Museale della Puglia  in collaborazione con Nova Apulia.

La mostra di Longobardi, coordinata da Dafna Napoli, si sviluppa in percorso di oltre venti opere distribuite tra esterni ed interni nei due livelli del castello fatto erigere dall’imperatore Federico II di Svevia nel XIII secolo.

Temi come la metamorfosi e il superamento dei limiti spaziali caratterizzano tutta la ricerca di Nino Longobardi che, attraverso la scultura, riesce ad attivare ribaltamenti di senso della materia e delle convenzioni di pensiero.

Scheletri, ossa, arti sospesi, creano un cortocircuito nell’innesto di materiali diversi e inaspettati come bicchieri, imbuti, strumenti musicali. Sequenze di teschi formano un coro, una testa adagiata su un piano evoca un poeta, una grande scultura collocata all’aperto presenta un Cristo deposto dalla croce e adagiato sul pavimento, sotto il cielo ottagonale del castello.

Diversi i lavori site specific, come il calco di un corpo umano che rimanda al monaco pisano Fibonacci ed ai suoi studi sui numeri e le sequenze matematiche.

E’ un omaggio a Federico II l’opera “Gute Schlafen Federico”, dove idealmente l’imperatore riposa su un letto posato su stratificazioni di oggetti, proprio nel castello da lui più amato.

La mostra si estende a Palazzo Sinesi di Canosa di Puglia, dove Longobardi ancora una volta si confronta con la storia, presentando lavori pittorici inseriti nella preziosa collezione archeologica.

La mostra s’inserisce in un’articolata offerta culturale del Polo Museale della Puglia che prevede inediti abbinamenti tra arte contemporanea e musica. In programma a partire dal mese di aprile: al Castello Svevo di Bari una mostra omaggio al grande tenore Tito Schipa curata da Tito Schipa Jr e Gianni Carluccio e organizzata da Nova Apulia. Sempre al Castello Svevo di Bari saranno esposte le fotografie di Carlo Gavazzeni Ricordi.  Nel Castello Svevo di Trani l’esposizione di Brian Eno, curata da Valentina Bonomo. Nel Castello di Gioia del Colle le opere di Umberto Mastroianni e all’Acropoli del Parco Archeologico di Egnazia quelle di Gregorio Botta. Le esposizioni sono organizzate da Il Cigno GG Edizioni in collaborazione con Nova Apulia. 

INFORMAZIONI

Castel del Monte (Andria) e Palazzo Sinesi (Canosa di Puglia)

Per seguire l’evento su fb cliccare qui

Per informazioni su orari e prezzi

Tel.+39 3883036000

Mail: casteldelmonte@novaapulia.it

Web Site: www.novaapulia.it

 

La mostra di Edgardo Simone al Map di Brindisi

Edgardo Simone in mostra e Ri-Nascita di Giovanni Carpignano al Map Brindisi

Bronzetti, gessi, terrecotte e ceramiche, provenienti da collezioni italiane e americane dello scultore brindisino Edgardo Simone per la prima volta in mostra nella sua città natale.

Il 21 dicembre 2015 alle ore 18,00 sarà inaugurata al MAP Brindisi, la mostraEdgardo Simone. Piccola esposizione”.

La mostra, consentirà per tutto il periodo natalizio e sino al mese di febbraio di poter ammirare, per la prima volta nella sua città natale, le opere di piccolo formato dello scultore Edgardo Simone, nato a Brindisi nel 1890 e morto a Hollywood nel 1948.

Ventitré le opere di Ninì, come lo chiamavano i familiari, insieme a cataloghi e periodici d’epoca prestati dalla “Biblioteca De Leo” e privati cittadini e fotoriproduzione di documenti predisposti a cura dell’Archivio di Stato di Brindisi, che saranno ordinate nell’esposizione con lo scopo di far conoscere la produzione dello scultore brindisino, che dopo un ventennio di attività in Italia (Roma. Napoli, Verona, Ferrara) dal 1928 inseguì il sogno americano tra New York, Washington, Detroit, Chicago e Hollywood, dove lavorò per la Metro-Goldwyn-Mayer e alle scenografie del film “Song of Bernadette”.

Edgardo Simone

La mostra, esito di una decennale ricerca del Dipartimento di Beni Culturali, avviata a Lecce nell’ambito del progetto “Sull’arte contemporanea. Metodologia e ricerca nei luoghi dell’Università”, fa seguito alla mostra tenutasi al Musa di Lecce,  arricchendosi però di alcune importanti opere prestate dagli eredi dello scultore: il Ritratto di Salvatore Simone, padre dell’artista, che Ninì realizzò giovanissimo nel 1910, e un dipinto a olio, il Ritratto di Leda, la bellissima sorella che varie volte posò per lui. L’opera per la prima volta permette al pubblico di conoscere un aspetto ignorato dell’arte di Simone: la pittura.

Per l’inaugurazione sono previsti la performance dell’attore Simone Franco e un video documentario a cura della Confraternita dei Musici. Durante il periodo della mostra il liceo musicale “Durano” di Brindisi accosterà allo scultore la figura del violinista-compositore Ugo Giuseppe Gigante, musicista brindisino della prima metà del secolo scorso che emigrato a New York fu in contatto con il concittadino Edgardo Simone che gli fece un ritratto e a cui dedicò un interessante quanto commovente articolo sulla testata “Indipendente” nel 1928.

La mostra, i cui allestimenti sono stati possibili dalla partecipazione del club Unesco di Brindisi, resterà aperta sino al 27 febbraio 2016, per favorire la divulgazione alle scolaresche e a quanti vorranno prenotare l’interessante percorso di visita guidata, tra opere, documenti dell’artista brindisino e un documentario sulla sua vita.

Ri-nascita di Giovanni Carpignano al Map di Brindisi

Insieme alla mostra su Simone sarà inaugurata anche “Ri-Nascita” di Giovanni Carpignano, che anche quest’anno, in occasione del Santo Natale, rinnova l’ormai consueto appuntamento del MAP con i presepi, che dal 2011 vengono realizzati nei linguaggi e materiali dell’arte contemporanea nei suggestivi spazi della chiesa di San Michele delle Suole Pie. L’’iniziativa si pone il fine di consentire agli artisti di confrontarsi con il soggetto della Natività, ritornare all’arte sacra mediante gli stili, i mezzi espressivi, le forme della contemporaneità, e al tempo stesso accrescere e diffondere nel territorio le conoscenze e le frequentazioni con la creatività e l’estetica d’oggi.

MAP – Museo Mediterraneo dell’Arte Presente
Brindisi – già Chiesa di S. Michele Arcangelo delle Scuole Pie
Via Tarantini, 37 (Centro Storico nei pressi di piazza Duomo.) Brindisi
Orari: lunedì/sabato 18,00 -20,00 (ultimo ingresso 19,40), Esclusi i festivi.
Ingresso libero/donation

INFO: MAP 3382618983 oppure 3402767898/32704126913
Solo su richiesta al mattino o la domenica e festivi visite guidate per gruppi in orari da concordare telefonando 3382618983 (€ 4 adulti; € 2 under 21)

museo Castromediano lecce puglia musei

4 buoni motivi per visitare il Museo Provinciale S. Castromediano di Lecce secondo Elena

1. Il più antico museo di Puglia

Il Museo Provinciale Sigismondo Castromediano di Lecce oltre ad essere il più antico di Puglia, è potenzialmente una delle strutture museali più significative dell’Italia meridionale per la sua storia, per le dimensioni e per la ricchezza e varietà delle collezioni. Fu istituito nel 1868 su impulso della Commissione Provinciale di Terra d’Otranto presieduta da Sigismondo Castromediano, duca di Cavallino. Castromediano fu di ideali liberali, antiborbonici e mazziniani, per questo conobbe le carceri e fu costretto all’esilio. Tornato in patria, fu eletto Deputato del primo Parlamento dell’Italia unita, mentre negli ultimi anni abbandonò l’attività politica interessandosi interamente agli studi di storia e archeologia. Il Direttore Castromediano, infatti, svolse una lungimirante azione di recupero dei materiali provenienti da scavi fortuiti nel territorio salentino e pugliese in generale, impedendone la dispersione o l’alienazione, compilando l’inventario generale di tutti i reperti con accurate descrizioni, dividendoli ed esponendoli per classi di appartenenza secondo i principi del collezionismo ottocentesco.

2. Un pò di Guggenheim

Il Museo, propone un allestimento espositivo che richiama gli interni del Guggenheim di New York e dal 2011 è stato diviso in cinque sezioni, ognuna contraddistinta da un colore e da un simbolo diverso che facilitano il visitatore nell’orientarsi.

3. Cinque percorsi da non perdere

Nella sezione Preistoria nel Salento, che inizia 80.000 anni fa quando l’uomo del Paleolitico cominciò ad abitare le grotte sparse tra le scogliere, è ricostruita virtualmente la Grotta dei Cervi di Porto Badisco con le sue straordinarie pitture rupestri. Un’occasione imperdibile per mirare uno dei pezzi più importanti della storia Salentina, purtroppo non visitabile dal vivo!

Da segnalare per importanza al primo piano, il Cratere a colonnette del pittore di Leningrado con tre sileni intenti a pigiare l’uva e il Cratere con Menade danzante di estrema eleganza proveniente da Egnazia. Nella sezione del Museo Topografico, poi il materiale è disposto secondo il luogo di provenienza degli scavi (Lecce, Rudiae, Cavallino, Roca, Poggiardo, ecc.), in un’ideale passeggiata archeologica nel Salento da nord a sud e dalla costa orientale a quella occidentale, dai Micenei, ai Romani, passando per i Messapi. Si passa, quindi, nella sezione del Medioevo dove si fronteggiano il Polittico della bottega di Lorenzo Veneziano e quello attribuibile ad Alvise Vivarini, che testimoniano la committenza pugliese ad artisti veneti tra Trecento e Quattrocento e gli assidui scambi tra la nostra terra e la laguna veneta. Il percorso continua al terzo piano, nella Pinacoteca, dove nella sezione dedicata al Barocco ci imbattiamo subito in alcune opere di matrice post-caravaggesca. Al terzo piano, troviamo infine la sezione Ottocento e Novecento con opere di artisti salentini contemporanei, all’epoca incoraggiati all’arte dal Consiglio Provinciale di Terra d’Otranto attraverso borse di studio che permisero l’aggiornamento fuori dalla nostra terra e anche all’estero.

4. L’altra faccia del museo

Pochi, inoltre, sono a conoscenza del fatto che il Museo dispone di una vasta Biblioteca e dei Laboratori di Restauro all’avanguardia, dove si utilizzano le ultime tecnologie tra cui la pulitura delle superfici con il laser e la camera anossica per la disinfestazione di insetti xilofagi. Ho avuto il piacere di collaborare, in un tirocinio di due mesi, con l’equipe di restauratori capeggiata dal professore Nicola Ancona.


elena_carluccio

Elena Carluccio nasce a Bari nel 1988. Dopo aver compiuto gli studi classici, si laurea nella Specialistica di Storia dell’Arte dell’Università del Salento. Frequenta da due anni l’umidità della laguna veneta per studiare Restauro di opere d’arte (tele, tavole, scultura lignea e dipinti murali) presso l’Istituto Veneto per i Beni Culturali di Venezia. Si interessa di arte, restauro, fotografia e cultura visiva, ma voleva fare la ballerina, l’esploratrice o il medico legale.


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museo Quoquo Puglia Musei

8 buoni motivi per visitare il Quoquo Museo del Gusto secondo Chiara

1. Un folletto variopinto

Quoquo è un variopinto folletto, padrone di casa al Museo del Gusto di San Cesario di Lecce. Varcata la soglia della sua storica dimora, vi consiglio di seguire il suo volo, vi costringerà, come prima cosa, a alzare lo sguardo e ammirare in un colpo d’occhio le volte a stella arricchite da insoliti e originali lampadari.

2. Opere d’arte da assaporare

Capirete che in questo museo non ci sono teche su cui poggiare la fronte e la punta del naso, le opere d’arte sono tutte a portata di mano, pronte per essere assaporate e gustate. Con lentezza.
Quoquo custodisce infatti beni culturali enogastronomici. Prodotti, che al pari di opere d’arte, esprimono l’identità, la memoria, la ricchezza di un luogo, nel nostro caso il Salento, che ha nella Terra la sua più grande bellezza.
Capita dunque, in questo Museo sui generis, che possiate gustare un eccellente Negroamaro inseguendo Quoquo, il folletto, che si aggira tra le opere dell’artista Giancarlo Moscara.

3. L’archeologia dei sapori

Ci sono tavoli e sedie per accomodarsi e godere di un altro meraviglioso incanto, il tempo. In un silenzio quasi irreale, dovuto agli spessi muri in pietra leccese, il Museo del Gusto è tutto da scoprire. Potrete consultare i preziosi documenti conservati nelle mnemoteche, quaderni di ricette recuperati da vecchie credenze o da antichi monasteri. Scandagliare, pagina dopo pagina, la profondità della tradizione e andare alla ricerca di sapori perduti, dimenticati. Dai racconti di Titti Pece, curatrice del Museo, avvicinarsi all’affascinante concetto di archeologia dei sapori e restauro dei beni culturali enogastronomici, allora Quoquo ci ricorda che quello non è più un luogo fisico definito, ma è uno spazio più ampio, in cui passato e futuro si annodano, la tappa di un viaggio che ci porta a scoprire un territorio ricco di cultura.

4. La condivisione di emozioni

Al Museo del Gusto c’è sempre tempo per filosofeggiare, parlare, raccontare e raccontarsi. Il gusto evoca ricordi, sensazioni, emozioni e sarà naturale volerle condividere.

5. Convivialità di qualità

La convivialità, un altro elemento che contraddistingue l’atmosfera che si respira nell’edificio di Via Sant’Elia. Nelle serate in cui i fornelli della cucina al centro della sala sono accesi, Chef d’eccellenza mettono all’opera il loro estro per garantire ai commensali un’esperienza di gusto che diventa narrazione.

6. Tante connessioni possibili

Il cibo non è mai fine a se stesso, al Museo del Gusto il cibo è musica, cinema, letteratura.
Sarà divertente scoprire le possibili connessioni tra il sapore e la scena di un film o il testo di una poesia.

 7. La Galleria d’arte

Dimenticavo. Ci sono anche delle scale, chiedete a Quoquo, vi guiderà lui. Le scale portano alla Torre di Locargian. Prendete bene le misure del vostro piede sugli scalini perché poi d’istinto vi verrà di salire guardando in alto e ignorando i vostri passi. A colpire il vostro sguardo le bellissime foto di Marcello Moscara, fotografie che hanno tutte radici in Salento e raccontano, fotogramma dopo fotogramma, la bellezza della nostra Terra, quella nascosta o quella troppo esposta a cui ormai non facciamo più caso.

8. Un viaggio alla scoperta del territorio

Dal primo passo fuori dal portone del Museo del Gusto, dopo aver assaporato con lentezza tutte le opere in esso custodite, il Salento non vi sembrerà più lo stesso. Da lì inizierà il vostro viaggio alla scoperta di un territorio che forse pensavate di conoscere e di cui ora, Quoquo, folletto del Gusto, vi ha regalato nuovi e allettanti itinerari.


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Chiara Pascali, Digital Strategist. Blogger, esperta di comunicazione online e web marketing. Laureata in Scienze della Comunicazione presso La Sapienza Università di Roma, iscritta all’Ordine dei Giornalisti Pubblicisti da Gennaio 2011. Particolare inclinazione verso la continua ricerca del nuovo e del bello. Cinema, letteratura e musica i linguaggi che preferisco per sondare la realtà che mi circonda.


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museo storico di Lecce puglia musei

5 buoni motivi per visitare il Museo Storico di Lecce secondo Giuseppe

All’ombra del campanile di Zimbalo, tra eleganti palazzi signorili, balconi bizzarri e chiese silenti, risiede su via degli Ammirati Il Must – Museo Storico di Lecce. Il museo, che un tempo ospitava l’antico monastero di S. Chiara, è un luogo carico di rinnovate confluenze e relazioni socio-glocali.

Visitare il Must non vuol dire soltanto andare al museo per le collezioni dedicate all’arte contemporanea, ma interagire con questa struttura museale significa:

1.

avere un punto di ritrovo per famiglie dove la creatività dei più piccoli è incoraggiata tramite le arti narrative;

2.

percepire le bellezze storico artistiche di Lecce con il servizio di prenotazione guide turistiche e di noleggio bici;

3.

assistere e partecipare come cittadinanza attiva alle iniziative culturali;

4.

 degustare un buon caffè ed altre specialità gastronomiche grazie alla Caffetteria del museo,

5.

 e soprattutto essere in dialogo con l’arte e la memoria storica del territorio attraverso le suggestioni culturali del presente.

 

 


 

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Giuseppe Arnesano, storico dell’arte e giornalista-pubblicista, è laureato in Conservazione dei Beni Culturali all’Università del Salento e in Storia dell’Arte Moderna presso l’Università La Sapienza di Roma; attualmente è impegnato in un Master di alta formazione post laurea organizzato dal LUISS Creative Business Center. Ha collaborato con la Soprintendenza Speciale del Polo Museale Romano durante la mostra su Antoniazzo Romano a Palazzo Barberini. Curatore indipendente,  dal 2008 scrive su varie riviste nazionali d’arte e cultura quali Artribune e Il Bollettino telematico dell’Arte. Blogger con L’arte tra le righe e con CoolClub.it, nel 2011 fonda l’associazione culturale Fermenti Intraprendenti. Vive e lavora tra Roma e Lecce. (Ph. Chiara Vignudelli)


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