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Universo, stelle, luna e racconti a Giuggianello

Universo, stelle, luna e racconti a Giuggianello

Venerdì 17 giugno alle ore 21:15 presso il Museo della Civiltà Contadina a Giuggianello, lo staff del Centro di Cultura Sociale e di Ricerche aspetta i visitatori per una passeggiata verso la serra di Giuggianello.

Conosciuta come la “collina delle ninfe e dei fanciulli”, la serra è caratterizzata dai Massi della Vecchia, delle conformazioni rocciosa naturali davvero singolari. Si andrà verso un luogo avvolto dal mistero reso vivo dalla memoria popolare, lungo le vie rurali costeggiate da uliveti e guidati dalla luce lunare. Si potranno portare libri e strumenti musicali, pronti ad accogliere poesia, fotografia, teatro e musica.

Info:

il percorso è lungo circa 4 km e prevede un breve spostamento in auto; si consigliano scarpe, abbigliamento comodo e torcia.

La partecipazione alla passeggiata è gratuita; l’evento è organizzato dall’associazione La scatola di Latta che si solleva da qualsiasi responsabilità diretta o indiretta.

Per ulteriori informazioni: 3395920051 – scatoladilatta2014@gmail.com

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Passeggiata spontanea tra morsi tarantati, musei contadini e suoni evocativi

Passeggiata spontanea tra morsi tarantati, musei contadini e suoni evocativi tra Torrepaduli e Ruffano

 “Maria alla parola morso rispose rimorso che fa piangere”.

Ernesto De Martino 

Domenica 13 dicembre alle ore 15.45 presso il Museo della Civiltà Contadina di Torrepaduli è previsto l’appuntamento per l’avvio della passeggiata spontanea tra morsi tarantati, musei contadini e suoni evocativi tra Torrepaduli e Ruffano.

Si camminerà “nella terra del tamburello e della danza dei coltelli”, tra magia e religione in un percorso di storie e memorie, intrecciate in una rete che ammalia ed inquieta, il cui filo si insinua nel mito. La terra del rimorso è il Sud spigoloso ed amabile, apprezzato e deturpato, amato ed odiato…
Tu non conosci il sud se non lo scopri nei suoi dettagli e comportamenti, se non lo esplori nei suoi molteplici significati, legati a rituali e pratiche che non sono casuali, ma sedimenti di storie, segni e passaggi.
Tra morsi tarantati, musei contadini e suoni evocativi si andrà per le vie di Torrepaduli, luogo di antico pellegrinaggio legato alla festa di San Rocco. Qui, ogni anno, nel mese di agosto si radunano sia i devoti al Santo che i fedeli al tamburello, musici che in ronde spontanee conquistano la strada ed i presenti, evocando ritmi tarantati e popolari.

A Torrepaduli è prevista la visita del Museo della civiltà contadina attraverso un racconto di memorie antiche; dopodiché si andrà a visitare alcuni luoghi di interesse del paese.

Successivamente, con le auto, ci si sposterà verso i vicoli del centro storico di Ruffano: elegante con i suoi palazzi storici e tipico con le sue “case a corte”. Nel centro, verrà visitata la mostra che è in corso alla biblioteca comunale , Mater meravilliosa e la mostra di scultura di Elio Talon, che aprirà per l’occasione.

Guida affidata all’esperto Stefano Tanisi. La passeggiata sarà caratterizzata da letture e racconti orali. Come di consueto, si invitano i partecipanti a portare libri per una lettura spontanea, vino e taralli per una convivialità condivisa.

L’itinerario è di facile percorribilità e si snoderà nei centri storici di Torrepaduli e Ruffano, tuttavia, si consigliano scarpe comode. Durata passeggiata tre ore circa.

L’iniziativa è organizzata da La Scatola di Latta in collaborazione con TagPress, Odv Kairos, Associazione Anziani di Torrepaduli “Ettore Pasanisi” e Viviruffano.it ed è gratuita senza nessuna necessità di prenotazione precedente. Quello che è richiesto per partecipare è solo entusiasmo e curiosità.

Info 3395920051 o scatoladilatta2014@gmail.com
Chi partecipa all’evento solleva da qualsiasi responsabilità diretta o indiretta il gruppo spontaneo della Scatola di Latta.

CELEBRAZIONE CENTENARIO 1^ GUERRA MONDIALE

CELEBRAZIONE CENTENARIO della 1° GUERRA MONDIALE al Museo della Radio di Tuglie

CELEBRAZIONE  CENTENARIO  1° GUERRA MONDIALE

Il 28 novembre, dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 16.00 alle 17.30, e il 29 novembre, dalle ore 13.00 alle 18.00, il Museo della Radio e il Museo della Civiltà Contadina di Tuglie effettueranno delle aperture straordinarie per consentire la visita della Mostra di reperti e foto d’epoca allestita in occasione della Celebrazione del Centenario della 1° Guerra Mondiale e della presentazione pubblica del progetto “Albo d’Oro dei Caduti e Decorati della Prima Guerra Mondiale, originari dei Comuni appartenenti alla provincia di Lecce”.

Il progetto, ideato dallo storico e presidente dell’associazione “Gallipoli Nostra” Elio Pindinelli, e subito condiviso dalla de e dal Comune di Tuglie, nasce dalla volontà di attribuire nuovamente ad ogni singolo Comune salentino i nomi dei caduti, così come certificati per luogo di nascita dall’Albo d’Oro, che con il reparto di appartenenza, riporta la data e il luogo del loro sacrificio.

Inoltre, per dare un volto agli “eroi” salentini, dopo cent’anni, il presidente della Provincia Gabellone ha scritto a tutti i sindaci dei Salento invitandoli a recuperare i materiali ancora disponibili sul territorio e rintracciabili tramite diverse fonti. Questo paziente lavoro di ricerca vede capofila il Comune di Tuglie, in quanto nel suo territorio, precisamente sull’altura denominata “Montegrappa”, è situato l’unico Sacrario della provincia di Lecce dedicato alle vicende storiche della Grande Guerra, realizzato dall’allora sindaco ed ex ufficiale medico Cesare Vergine.

Tutti i materiali raccolti saranno contenuti in un volume di circa 320 pagine che con l’Albo d’Oro conterrà anche l’elenco di tutti i decorati, sia caduti che superstiti, con la trascrizione di tutte le motivazioni così come documentate dai Bollettini ufficiali del Ministero della Guerra e le foto disponibili. La pubblicazione e la relativa distribuzione del volume sarà a cura dell’editore “Il Salentino” di Melendugno.

In questo modo si ha l’intenzione di contribuire alle attività di studio e approfondimento riguardanti la 1°Guerra Mondiale, esperienza nazionale di cruento sacrificio sul piano umano, nella piena convinzione che sia necessario ripensare al passato, fornendo innanzitutto materiali significativi relativi alla storia unitaria della nostra Provincia e al sacrificio complessivo del nostro popolo sulla via del consolidamento della identità nazionale e della coesione sociale.

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6 buoni motivi per visitare il Museo della Radio di Tuglie secondo Alessandro

1. Un secolo di storia

Sensazione vaga ma che resiste, pensare al museo come un luogo che contiene memoria. La serie incredibile di storie contenute al suo interno e narrate, forse, da qualche esperto in materia o appassionato del momento, non sembra avere la forza di superare le mura che lo separano dal mondo intorno; toccare con mano e provare a far funzionare un grammofono o il caro telegrafo è un’esperienza invece che lascia qualche traccia e la curiosità di intuire di quanto siamo lontani da un mondo, quello della radio, che continua praticamene a trasmettere da ormai più di un secolo.

2. Il capoturno diventato collezionista

Il museo della Radio di Tuglie è aperto dal 1995, ma l’idea di uno spazio disposto a farci capire di più del nostro passato probabilmente già esisteva nella testa di un collezionista che dagli anni Sessanta ha messo da parte tutto ciò che la sua mansione di capoturno della stazione radio di bordo per la Marina gli ha permesso. La stessa persona che ora si prende cura ed è responsabile di tutta una serie di apparecchi voluminosi e davvero fuori dal tempo, quelli proposti nella visita virtuale e non al museo.

3. Ricorrenze importanti

Il 2014 è stato un anno importante per la radiofonia italiana, di cui la RAI è testimone fondamentale. Si è celebrato il novantenario della messa in onda di quella che noi moderni possiamo definire come la prima trasmissione radiofonica: il 6 ottobre del 1924 la violinista Ines Viviani Donarelli fece il primo annuncio presentando il Quartetto in La maggiore, opera 2 di Haydn. Nata quindi sotto il regime fascista, è la prima a comunicare agli italiani la fine della Seconda Guerra Mondiale e a fare sentire gli abitanti del Belpaese un po’ più uniti e volendo anche più istruiti rispetto al resto del Mondo. Almeno fino alla metà dei Settanta e perfino con la nascita della Televisione, la Radio è presente in ogni casa. Precisazione doverosa questa, perchè la manualità e il rapporto che si aveva con i primissimi apparecchi era qualcosa di diverso, attivo e portatore di una sana dipendenza che ha ispirato più di qualcuno a seguire ed ascoltare programmi trasmessi da Paesi quali Ungheria, Repubblica Ceca e perfino Estonia. Un modello di “trasmettitore telegrafico Alva Edison” è datato al 1893, qualche anno prima che Marconi spingesse la famosa “S” dalla Cornovaglia agli Usa. L’apparecchio è basato su una carica ad orologeria ed ancora funzionante, così come la più famosa Stazione telegrafica Samuel Morse di produzione italiana:  semplicemente l’unico mezzo usato per tutte le comunicazioni ufficiali e non, almeno fino al 1924 e comunque fino ai Settanta, quando poi è divenuto- per usare le parole del direttore del museo : ”un miraggio dei radioamatori che si scambiavano le card, ovvero una serie di informazioni relative a località, coordinate geografiche e potenza del segnale emesso, in codice morse”.

4. Questioni di divari

Le ricerche in campo a radio-elettrico hanno contagiato studiosi da diverse parti del Globo, alcune portavano ad una svolta come l’invenzione del diodo (una valvola a due elettrodi) ad opera di Fleming, altre alla produzione di ricevitori diversi in tanti dettagli. Il modello “Radiolaphone” è stato costruito in Francia negli anni Venti, i ricevitori a valvole Ansaldo Lorenz e Philips in Italia e Olanda. Il concetto di “diretta” è già nelle case di molte persone, per parlare di cronaca o sport, e quando la televisione è ancora preda di esperimenti inglesi o americani. Nota a margine è il divario tra il forte impulso dato da diversi studiosi italiani per la nascita di questo autentico mondo e il fatto che in Italia la messa a punto del primo programma avviene con notevole ritardo rispetto a Paesi meno evoluti nel settore come Belgio, Austria o la stessa Francia (vi ricorda qualcosa?).

5. Scoprire le differenze

Il 1939 è un anno importante per la storia della radio, lo statunitense Armstrong introduce nelle radiotrasmissioni la modulazione di frequenza. Per scoprire quale sia la differenza tra AM e FM e se tutto questo incide ancora sulle nostre abitudini quotidiane, basta recarsi di persona al museo e dimostrare anche un velato interesse al direttore Salvatore Micali, che comprende ancora una raccolta ad hoc dei ricevitori a valvole più popolari in Italia negli anni Quaranta, divisi tra produzione italiana e tedesca.

6. Dalla prima trasmissione televisiva al Digitale

Da lì a qualche anno cominceranno le prime trasmissioni televisive. Altre storie che si aggiungeranno, con risvolti che per la radio ci portano ai giorni nostri alla scoperta di un universo ancora non ben definito ma che ha già cambiato le nostro ordinarie esistenze: il digitale.


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Alessandro Miglietta, semplice appassionato di radiofonia, con alcuni amici crea nel 2009 tra le prime esperienze di radio web in Italia,  Radio Flo. Attualmente collabora con realtà simili e progetti che cercano di fondere cultura, tecnologia ed eventi  e scrive per una manciata di blog italiani che passano le giornate a discutere delle proprie dipendenze musicali.


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museo della civiltà contadina

3 buoni motivi per visitare il Museo della Civiltà Contadina di Tuglie secondo Barbara

1. Il bisogno aguzza l’ingegno

Ho sempre pensato che il Museo della Civiltà Contadina di Tuglie fosse una sorta di stargate capace di catapultare il visitatore nel passato: un passato sicuramente problematico e pieno di privazioni ma autentico, genuino. Ho sempre cercato di immaginare come fosse la vita raccontata dai miei nonni: possibile che in passato realmente “nu se minava via nenzi?”. E il fatto di trasformare la cenere o l’olio in detersivo per la biancheria? Pura alchimia! Ebbene, grazie a questo incantevole luogo, tante e tante altre mie curiosità sono state soddisfatte. Gli attrezzi più disparati e bizzarri raccolti in questo museo, non sono solo una testimonianza dell’arte dell’arrangiarsi dei nostri nonni ma anche della genialità che portava queste persone a inventare strumenti per rendere le loro vite un po’ meno complicate. Ricordo ad esempio la mia sorpresa di fronte ad un aggeggio buffo simile ad una trottola, fatto di legno, spago e una punta d’acciaio. -È per caso un giocattolo?- chiesi.
Signorina, questo è uno “Cconza ‘mbili”. Serviva per aggiustare i piatti in terracotta che si rompevano. Fungeva come una sorta di trapano- spiegò la guida.

2. Non si facevano mancare nulla

Recarsi al Museo della civiltà contadina inoltre, è un’occasione per visitare il Palazzo Ducale che lo ospita. Particolarità del Palazzo è che nonostante sia ubicato nella piazza del paese, tra stradine e vichi, abbia alle sue spalle ettari di campagna. In questa campagna, attraversata dalla ferrovia, i nobili che un tempo abitavano il Palazzo, ebbero una bizzarra trovata: fecero creare una fermata apposita per loro, delineata da un piccolo cancelletto ancora oggi visibile. I treni che circolavano per quella direzione, avevano l’obbligo di fermarsi in corrispondenza di quella fermata privata. Essere ricchi e nobili, significava anche questo.

3. Impara l’arte e mettila da parte

Il Museo offre inoltre vari servizi e attività come la masseria didattica che permette a grandi e piccoli di conoscere le piante e i loro frutti, di coltivare il baco da seta, di apprendere a produrre burro e formaggi, confetture e miele.


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Barbara Cataldo nasce a Parabita nel 1984. Laureata in Lingue e Letterature Straniere, collabora spesso con scuole di lingua italiana del luogo nelle vesti di guida turistica, permettendo anche a stranieri di tutto il mondo di apprezzare e godere delle bellezze del Salento.


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