1. La scoperta del territorio
Inaugurato nel 2007, questo piccolo ma sorprendente museo nasce con l’intento di fornire uno spazio espositivo ai risultati delle ricerche condotte da storici e archeologi dell’Università del Salento sul territorio salentino nell’ultimo quarantennio, per metterli a disposizione di cittadini e turisti. Lo scopo eminentemente divulgativo si riflette nella scelta espositiva che si avvale, oltre che dei classici pannelli e vetrine con reperti, anche di plastici e disegni ricostruttivi, presentazioni video, estratti di interviste ai protagonisti della ricerca, per offrire una visita su più livelli. Ogni sala è inoltre dotata di un’ampia cartina che permette di visualizzare i principali siti indagati, con la scelta di interessanti casi studio, che guidano il visitatore alla scoperta della storia di questo territorio.
2. Un viaggio nel tempo
L’ambiente gradevole e spazioso, la successione di sale ognuna caratterizzata da un colore diverso, la presenza di un’utile linea del tempo e la ricchezza dell’apparato espositivo che si avvale di strumenti diversi, consentono al visitatore di muoversi agevolmente e piacevolmente attraverso la storia del territorio, soffermandosi laddove il suo interesse viene stuzzicato. Così, dopo una prima sala che accoglie il visitatore e lo introduce ai principali temi della ricerca archeologica del recente passato, questi può iniziare il suo ‘viaggio nel tempo’ con una sala dedicata alla Preistoria ed alla Protostoria del Salento, passando poi ad una terza che racconta la storia del popolo dei Messapi, popolazione locale che abitò queste terre ben prima che i Greci arrivassero e fondassero Taranto e che con loro convisse per un lungo periodo di tempo, acquisendone costumi e abitudini. Una quarta sala racconta l’evolversi del territorio al tempo dei Romani, i cui commerci favorivano la circolazione delle merci ad ampio raggio, facendo arrivare in Puglia prodotti provenienti da tutte le parti del Mediterraneo, commerci che continuarono in tono minore con la fine dell’impero romano ed il passaggio al medioevo, durante il quale il Salento cambia faccia ancora una volta. L’ultima sala, infine, allarga l’orizzonte fino ad includere il mondo così come gli antichi lo conoscevano, mettendo in luce l’ampio respiro delle ricerche condotte dagli studiosi dell’Università del Salento, che impiegano ogni tipo di metodologia e competenza al momento disponibile e lavorano non solo in Italia, ma in tutto il Mediterraneo orientale, in Turchia, Siria, Egitto, Malta.
3. L’impatto visivo degli allestimenti
Un personalissimo ‘pezzo forte’ è la ricostruzione a dimensioni reali di una porzione di uno stretto corridoio che attraversava trasversalmente le possenti mura di cinta dell’antica città di Roca, così come gli archeologi l’hanno rinvenuta alcuni anni orsono: la ricostruzione è come la fotografia di un evento accaduto verso la fine del Bronzo Medio (XV-XIV secolo a.C.), quando nemici provenienti dal mare assediarono la città ed un incendio provocò vari danni, causando tra l’altro anche il crollo di una porzione del muro difensivo che seppellì e uccise ben sette persone, conservandone gli scheletri fino al loro ritrovamento da parte degli archeologi. La ricostruzione è di grande impatto visivo ed emotivo, soprattutto quando accompagnata dalle sapienti parole del personale e dei collaboratori del museo.
4. Per tutti i gusti
La vicinanza al centro storico della città, dal quale il museo può essere agevolmente raggiunto a piedi, la presenza di un ambiente accogliente e all’aspetto contemporaneo, ispirato ai più moderni canoni espositivi, la completa fruibilità degli spazi da parte di visitatori diversamente abili, la possibilità di gestire il grado di approfondimento della visita, da quella fugace che dura solo alcuni minuti e si sofferma sui punti principali del ‘racconto’ del museo a quella prolungata in cui il visitatore legge e ascolta con calma, allungando il tempo di permanenza, la possibilità di avvalersi della guida dell’ottimo personale del museo, e, non ultimo, la mancanza di un biglietto di ingresso, rendono il MUSA adatto ad accogliere visitatori di ogni età e dalle esigenze più disparate.

Domenica Pate è archeologa e blogger. Specializzatasi in archeologia medievale presso l’università del Salento, si è occupata principalmente dello studio dei materiali ceramici di età tardo medievale, sia in Puglia che in Calabria ed ha partecipato a diversi scavi archeologici in Italia e all’estero. Dal 2013 è co-fondatrice ed editor del blog www.professionearcheologo.it e i suoi interessi includono principalmente i temi dell’occupazione nel settore archeologico e della comunicazione in ambito culturale. Dall’estate 2014 sta effettuando una internship presso Archaeosoup Productions.
