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artBIT

artBIT – muSEI che suonano al MAUS dell’Università del Salento

artBIT – muSEI che suonano al MAUS – Museo dell’Ambiente dell’Università del Salento (Monteroni di Lecce)

ArtBIT – muSEI che suonano arriva al MAUS – Museo dell’Ambiente dell’Università del Salento nel Centro Ecotekne di Monteroni (Lecce) con Populous!

Il secondo appuntamento di artBIT – muSEI che suonano nell’ambito del programma “In Puglia 365”, coinvolgerà la classe 3 AM del Liceo Classico e Musicale “Giuseppe Palmieri” attraverso un percorso di alternanza scuola-lavoro.
Il percorso in affinità con l’indirizzo della sezione, porterà all’apprendimento tecnico e pratico della musica, e allo studio del suo ruolo nella storia e nella cultura.
Gli studenti, dopo una visita approfondita del museo, saranno guidati dal musicista Populous nello studio della musica elettronica e nella creazione di un brano musicale attraverso i suoni registrati all’interno del museo.
Saranno inoltre coinvolti nello sviluppo di nuove modalità di fruizione, reinterpretando la collezione museale attraverso linguaggi a loro più vicini.
Le tracce inedite prodotte e la restituzione dei lavori verranno presentati attraverso performance e installazioni multimediali durante gli eventi finali del 30 settembre e 1 ottobre al MAUS – Museo dell’Ambiente dell’Università del Salento.

L’obiettivo di Artbit – muSEI che suonano è quello di avvicinare i ragazzi all’arte attraverso nuovi linguaggi, come la musica elettronica, coerentemente con le finalità di Swapmuseum, associazione promotrice del laboratorio attiva nel campo dei processi partecipativi nella cultura.

Partner di progetto: Pugliamusei e CoolClub.it

Programma:
📌 30 settembre, ore 17.45 – 20
Visita guidata gratuita + Quiet Zone con sonorizzazione a cura di Populous

📌 1 ottobre, ore 17:30 – 21
Visita guidata gratuita + Quiet Zone con sonorizzazione a cura di Populous
dalle 19.30 – 21 Dj Set di Populous

Per info e prenotazioni: info@swapmuseum.com

ArtBit – Musei che suonano è sostenuto da Unione Europea, Regione Puglia, Pugliapromozione ed è un’attività finanziata dal POR FESR-FSE-2014 -2020 – Azione 6.8 – Asse VI – “In Puglia 365 Estate”

La foto utilizzata come immagine dell’evento è di Francesco Sambati.

Non solo ISIS

Non solo ISIS: il patrimonio siriano in emergenza

Non solo ISIS:il patrimonio siriano in emergenza

Il 28 giugno 2017 alle ore 18.00 presso il Museo Storico-Archeologico la prof.ssa Francesca Baffi, docente di Archeologia e storia dell’arte del Vicino Oriente antico presso il Dipartimento di Beni Culturali dell’Università del Salento terrà la conferenza dal titolo “Non solo ISIS: il patrimonio siriano in emergenza”.

Il patrimonio culturale siriano è ormai dal 2011 oggetto di devastazioni e saccheggi a causa della guerra civile, ancora in corso, e degli attacchi terroristici dell’ISIS. Sullo sfondo di tutto questo si sta consumando un terribile dramma umanitario, con la perdita di tante vite umane e l’esilio di intere generazioni, che sta provocando la disgregazione del tessuto sociale del paese.

La Missione Archeologica dell’Università del Salento dal 2002 fino al 2010 ha operato  nel sito di Tell Tuqan, pochi chilometri a sud di  Aleppo. Tanti anni di ricerche archeologiche del gruppo diretto dalla prof.ssa Francesca Baffi hanno portato non soltanto ad acquisire dati importanti sulla storia di quel sito ma anche a costruire uno stretto rapporto di collaborazione e di amicizia con i colleghi siriani e con la comunità locale araba.

L’archeologia del Vicino Oriente può ignorare quanto sta accadendo in questo momento preoccupandosi soltanto dei danni inferti al patrimonio culturale? Esistono regole etiche da rispettare anche per gli archeologi  che operano in zone di guerra?

L’iniziativa organizzata dalla Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici “Dinu Adamesteanu” in collaborazione con il Museo Storico-Archeologico (MUSA) è a margine della mostra “Non solo l’Oriente: Art Crimes in the 21th Century” presso il MUSA fino al 30 giugno 2017.

 

Per maggiori informazioni cliccare qui

Borgo Terra

Un nuovo allestimento per Borgo Terra

Un nuovo allestimento per Borgo Terra.

Il 31 marzo alle ore 19,00 sarà presentato al pubblico il nuovo allestimento del Museo diffuso Borgo Terra di Muro Leccese. Un traguardo importante che svela “i segreti della città messapica” e permette di riportare all’abitato messapico e ai suoi tesori archeologici le radici identitarie della comunità murese.

Alla serata inaugurale del 31 marzo interverranno: il sindaco Antonio Donno, Maria Piccareta della Sovrintendenza delle arti e del Paesaggio di Lecce, Gianluca Tagliamonte del Dipartimento dei Beni culturali, Liliana Giardino e Brunella Bruno coordinatrici del progetto ed il Presidente della Regione Michele Emiliano.

L’esposizione permanente collocata nel piano inferiore del Palazzo del Principe va ad ampliare il Museo di Borgo Terra, nato nel 2004, unico museo salentino dedicato unicamente al periodo Medievale.

Un nuovo allestimento, finanziato con i fondi regionali FESR 2007-13 per la “Riqualificazione e valorizzazione del sistema museale”, narra la storia millenaria della città portata alla luce dopo circa un ventennio di scavi archeologici.

Muro Leccese, nel Salento Meridionale, è tra le poche città messapiche che, alla fine del IV secolo a.C. il suo territorio si estendeva per più di cento ettari, insieme a Rudiae, Ugento e probabilmente Nardò.

Anni intensi di ricerca e di studio che hanno scritto la storia di Muro Leccese, hanno permesso di recuperare un patrimonio archeologico che la piccola città non immaginava di possedere e di scoprire che la città moderna è costruita su quella antica.

Uno dei pezzi più importanti del Museo – come afferma la professoressa Liliana Giardino –  è il cratere datato alla fine del VI secolo, è un ritrovamento molto importante perché l’unico intero in tutta la Messapia, è un vaso di prestigio completamente ricomposto, che testimonia la presenza dell’aristocrazia nella Muro del VI secolo, fondamentale anche in età arcaica. Solo una persona molto facoltosa poteva permettersi di comprarlo a corredo della sua tomba,  testimonianza del valore politico ed economico della classe gentilizia che rappresentava e presente a Muro Leccese in quel periodo”.

Un altro ritrovamento di grande interesse, testimonianza dell’intensità dei contatti dei gruppi gentilizi muresi con le città della Magna Grecia in età arcaica, è una casa nobiliare tardo arcaica dove sono state rinvenute 10 monete incuse di argento della fine del VI secolo a.C. esemplari coniati nelle zecche di Metaponto, Caulonia, Crotone e Sibari.

Due gli elementi che caratterizzano in maniera innovativa il nuovo allestimento della sezione messapica: ogni pannello esplicativo è scritto in due lingue italiano ed inglese, ed è dotato di un book in braille a cui si affianca un percorso tattile per non vedenti ed ipovedenti.

 Per i dettagli sul programma della serata cliccare qui.

Swapper al MUSA

Swapper al MUSA il Museo dell’Università del Salento

Swapper al MUSA

Siamo Alessandra, Marta, Rebecca, Giulia, Benedetta e Chiara della classe 4a/sia dell’ I.T.C. “Galilei-Costa” e oggi vi racconteremo la nostra esperienza di alternanza scuola-lavoroe di siamo state accolte al Musa con Swapmuseum.

Swapmuseum è un’associazione che si occupa di promuovere la cultura e in particolare i musei dando modo ai ragazzi di reinterpretare attraverso la creatività le collezioni museali.

Il Museo storico-archeologico dell’Università del Salento offre la possibilità di visionare e ascoltare, attraverso diverse tecnologie, ciò che avveniva nel passato. Nel museo abbiamo trovato le tappe fondamentali delle ricerche condotte da storici e archeologi dell’Università del Salento: attraverso reperti, ricostruzioni (virtuali e materiali) e approfondimenti testuali abbiamo ripercorso la storia con un’estensione sia temporale che spaziale. Nelle cinque sale, infatti, si può trovare un percorso che va dalla preistoria al Medioevo, dal Salento all’Oriente mediterraneo. L’esplorazione della collezione ci è stata facilitata, inoltre,  dall’ausilio di strumenti tecnologici.

La prima sala, di colore ottanio, attraverso video e documentari ci mostra in cosa consiste la ricerca archeologica. Nella seconda sala, anch’essa di colore ottanio sono presentati reperti e ricostruzioni di contesti della preistoria e protostoria del Salento. Proseguendo in ordine cronologico, la  terza sala, di colore bordeaux, è dedicata ai messapi, la quarta  invece presenta diversi colori: l’età romana di colore blu in cui sono esposti oggetti rinvenuti da relitti sommersi scoperti grazie a ricerche archeologiche subacquee che hanno permesso di ricostruire i traffici commerciali lungo  le coste salentine in età romana. La parte dedicata al medioevo è di colore viola e si può ripercorrere l’evoluzione del paesaggio lungo tutto il Medioevo. Tra età romana e medioevo si presenta una piccola sezione di colore rosso dedicata al tardoantico.

Infine, nella quinta sala, di colore marrone, attraverso alcuni video, possiamo immergerci negli scavi e negli studi di materiali antichi condotti dall’Università del Salento non solo in Italia ma anche in altre parti del Mediterraneo.

In tutte e quattro le settimane trascorse al Musa abbiamo lavorato a stretto contatto con tre ragazzi che frequentano l’Università, che come noi hanno portato a termine dei progetti, con  il fine di valorizzare l’immagine del museo:  ad esempio Alfredo ha realizzato un filmato descrittivo del museo, Genni ha reso più comprensibili le didascalie dei reperti presenti e Debora si è occupata della creazione di audioguide . Noi, invece, divise per gruppi, ci siamo occupate di aggiornare il portale di Pugliamusei, abbiamo immaginato una card per i giovani residenti (e non) favorendo le loro visite al museo con degli sconti nei luoghi da loro più frequentati.

Noi siamo arrivate al termine del nostro percorso, siamo state molto soddisfatte del lavoro realizzato e speriamo che possa essere d’aiuto per darvi la possibilità di scoprire le meraviglie nascoste della nostra terra!

Giornate dei Musei

Giornate dei Musei dell’Università del Salento (17-18 marzo 2016)

Il Sistema Museale di Ateneo dell’Università del Salento, organizza due giornate dedicate alla conoscenza e promozione dei suoi sette Musei.

Le “Giornate dei musei UniSalento” alla loro prima edizione, il 17 e 18 marzo 2016, quale occasione per avvicinare queste istituzioni a scuole e comunità locale. I sette musei universitari salentini, con ambiti che vanno dall’archeologia alla papirologia, dalla biologia marina alla botanica, sono organizzati dal 2009 nel cosiddetto “Sistema museale di Ateneo”. Sebbene ancora poco conosciuti, se ben promossi e valorizzati come questa manifestazione intende fare, i musei universitari potrebbero costituire non solo  un unicum in campo accademico ma un elemento di punta dell’offerta culturale e turistica della città di Lecce.

Ed è proprio nel cuore della città, nella sala “Open Space” del Comune di Lecce, che la manifestazione ha inizio giovedì 17 marzo, a partire dalle  9 del mattino, con un incontro-dibattito. Dopo i saluti del rettore, Vincenzo Zara, e quelli del professor Fausto Barbagli, presidente dell’Associazione nazionale dei musei scientifici, sarà molto interessante soprattutto per gli addetti ai lavori l’intervento della dottoressa Francesca Spatafora, direttrice del Museo archeologico “Antonino Salinas” di Palermo, esempio virtuoso e in un certo senso “anomalia” di un museo che, sebbene ancora chiuso per restauri, si dichiara “aperto per vocazione” e lo dimostra alla comunità tramite un’accurata strategia di web marketing culturale.

A seguire, i responsabili illustreranno le peculiarità dei sette musei universitari: il Museo dell’Ambiente Maus, il Museo di biologia marina di Porto Cesareo, il Museo diffuso di Cavallino, il Museo su Ecologia degli ecosistemi mediterranei di Otranto, il Museo Papirologico, il Museo storico-archeologico Musa  e, infine, l’Orto botanico.

Venerdì 18 marzo i musei saranno aperti alla cittadinanza e alle scuole, con visite guidate e attività laboratoriali gratuite, dalle ore 8,30 fino alle 13. Le prenotazioni, obbligatorie, vanno inviate all’indirizzo didatticasalento@sistemamuseo.it,. o al tel. 080 8910777; fax 080 8917073.
Programma

17 marzo 2016

Sala Open Space del Comune di Lecce (Piazza S. Oronzo)

9.00 Indirizzi di saluto del Magnifico Rettore Vincenzo Zara, del Delegato ai Rapporti col Territorio, Amedeo Maizza e del Delegato ai Musei, Lucio Antonio Giannone.

9.15 Mario Capasso, Presidente del Sistema Museale di Ateneo: Introduzione ai lavori

9.30 Fausto Barbagli, Presidente dell’Associazione Nazionale dei Musei Scientifici, Il ruolo del Museo nella divulgazione scientifica e tecnologica

10.00 Francesca Spatafora, Direttrice del Museo Archeologico Regionale “Antonino Salinas” di Palermo, Promuovere conoscenze, creare connessioni: musei archeologici e contemporaneità

10.30 Proiezione del video sul Sistema Museale di Ateneo

10.50 Coffee break

11.00 Genuario Belmonte, Museo dell’Ambiente (MAUS-Storia della Scienza e della Natura)

11.15 Ferdinando Boero-Anna Maria Miglietta, Museo di Biologia Marina, Porto Cesareo

11.30 Grazia Semeraro, Museo Diffuso di Cavallino

11.45 Alberto Basset, Museo su Ecologia degli Ecosistemi Mediterranei di Otranto

12.00 Mario Capasso, Museo Papirologico

12.15 Mario Lombardo-Grazia Maria Signore, Museo Storico-Archeologico (MUSA)

12.30 Antonella Albano, Orto Botanico

12.45 Discussione

13.15 Chiusura dei lavori

18 marzo 2016
8.30-13.00: Attività educative e visite guidate gratuite* per gli studenti della Scuola Secondaria di primo e secondo grado in collaborazione con Sistema Museo.

Per maggiori informazioni cliccare qui.

Il passato per il futuro:Dialoghi sulle nuove frontiere dell'Archeologia con i docenti dell'Università del Salento

Al Museo Storico Archeologico dell’Università del Salento, torna Il Passato per il Futuro

Un ciclo di Dialoghi tenuti dai docenti universitari per informare, diffondere e far appassionare all’archeologia giovani, studenti e comunità.

Martedì 2 febbraio alle ore 17 al MUSA, Museo Storico Archeologico dell’Università del Salento prenderà il via il primo degli incontri previsti dalla terza edizione di “Il passato per il futuro“.
Attraverso un confronto aperto con i docenti del Corso di Laurea in Beni Archeologici dell’Università del Salento si cercherà di avvicinare il pubblico ai temi delle più recenti ricerche in storia antica e archeologia condotte dall’Ateneo leccese, improntate sull’interazione fra saperi e competenze di ambito umanistico e tecnico-scientifico.

Museo storico archeologico musa Pugliamusei

Il format divulgativo ideato dal Museo Storico Archeologico, il più attivo tra i musei universitari leccesi, diretto dalla Dott.ssa Grazia Maria Signore, prevede nei pomeriggi del martedì due brevi dialoghi di mezzora l’uno seguiti dalla possibilità di una visita guidata al museo.

I temi sono vari e vanno dalla fantarcheologia sui social a questioni più accademiche legate alla letteratura antica passando attraverso la gestione di musei e aree archeologiche.

I dialoghi sono adatti agli studenti della Scuola Secondaria di II grado e al vasto pubblico e offrono la possibilità di saziare la diffusa curiosità verso l’archeologia pur non essendo degli addetti ai lavori e al sicuro da ricostruzioni favolistiche che poca hanno a che fare con la materia.musa Museo lecce Pugliamusei

Domani 2 febbraio per il primo appuntamento de “Il Passato per il Futuro” al Museo Storico Archeologico si confronteranno con il pubblico Paolo Güll  su “Fantarcheologia portami via. La scienza sui social tra haters e untori”; Maria Elvira Consoli su “Il culto della Fortuna Prenestina in Cicerone” e Serena Palma su “Cuma in Virgilio”.Abstract interventi
Paolo Güll: L’archeologia sembra attraversare una nuova stagione di interesse e questo parrebbe un successo ma a guardare bene il web la sua vita e soprattutto quella degli archeologi è tutt’altro che facile. Attraverso un’analisi di quanto sta accadendo e di come il web sia diventato cassa di risonanza si approfondirà il rapporto tra archeologia e politica oggi.
Maria Elvira Consoli: Cicerone nel De Divinatione indaga le origini della pratica divinatoria delle sortes presso Preneste dove sorse il tempio della dea Fortuna Primigenia. Sulla base del confronto tra analisi critica, analisi del testo ed esame della documentazione storico-archeologica si intende illustrare il pensiero di Cicerone sulla divinazione.
Serena Palma: L’antro della Sibilla Cumana compare nei primi versi del VI libro dell’Eneide. In questo luogo Enea dovrà ascoltare i vaticini prima di scendere nell’Ade e scoprire il destino della sua stirpe. Il passo offre interessanti elementi iconografici inediti rispetto ad altre testimonianze figurative ormai note e consolidate nel tempo.
 L’ ingresso è libero fino ad esaurimento posti per cui è consigliata la prenotazione (0832 294253; infomusa@unisalento.it)

 

La mostra di Edgardo Simone al Map di Brindisi

Edgardo Simone in mostra e Ri-Nascita di Giovanni Carpignano al Map Brindisi

Bronzetti, gessi, terrecotte e ceramiche, provenienti da collezioni italiane e americane dello scultore brindisino Edgardo Simone per la prima volta in mostra nella sua città natale.

Il 21 dicembre 2015 alle ore 18,00 sarà inaugurata al MAP Brindisi, la mostraEdgardo Simone. Piccola esposizione”.

La mostra, consentirà per tutto il periodo natalizio e sino al mese di febbraio di poter ammirare, per la prima volta nella sua città natale, le opere di piccolo formato dello scultore Edgardo Simone, nato a Brindisi nel 1890 e morto a Hollywood nel 1948.

Ventitré le opere di Ninì, come lo chiamavano i familiari, insieme a cataloghi e periodici d’epoca prestati dalla “Biblioteca De Leo” e privati cittadini e fotoriproduzione di documenti predisposti a cura dell’Archivio di Stato di Brindisi, che saranno ordinate nell’esposizione con lo scopo di far conoscere la produzione dello scultore brindisino, che dopo un ventennio di attività in Italia (Roma. Napoli, Verona, Ferrara) dal 1928 inseguì il sogno americano tra New York, Washington, Detroit, Chicago e Hollywood, dove lavorò per la Metro-Goldwyn-Mayer e alle scenografie del film “Song of Bernadette”.

Edgardo Simone

La mostra, esito di una decennale ricerca del Dipartimento di Beni Culturali, avviata a Lecce nell’ambito del progetto “Sull’arte contemporanea. Metodologia e ricerca nei luoghi dell’Università”, fa seguito alla mostra tenutasi al Musa di Lecce,  arricchendosi però di alcune importanti opere prestate dagli eredi dello scultore: il Ritratto di Salvatore Simone, padre dell’artista, che Ninì realizzò giovanissimo nel 1910, e un dipinto a olio, il Ritratto di Leda, la bellissima sorella che varie volte posò per lui. L’opera per la prima volta permette al pubblico di conoscere un aspetto ignorato dell’arte di Simone: la pittura.

Per l’inaugurazione sono previsti la performance dell’attore Simone Franco e un video documentario a cura della Confraternita dei Musici. Durante il periodo della mostra il liceo musicale “Durano” di Brindisi accosterà allo scultore la figura del violinista-compositore Ugo Giuseppe Gigante, musicista brindisino della prima metà del secolo scorso che emigrato a New York fu in contatto con il concittadino Edgardo Simone che gli fece un ritratto e a cui dedicò un interessante quanto commovente articolo sulla testata “Indipendente” nel 1928.

La mostra, i cui allestimenti sono stati possibili dalla partecipazione del club Unesco di Brindisi, resterà aperta sino al 27 febbraio 2016, per favorire la divulgazione alle scolaresche e a quanti vorranno prenotare l’interessante percorso di visita guidata, tra opere, documenti dell’artista brindisino e un documentario sulla sua vita.

Ri-nascita di Giovanni Carpignano al Map di Brindisi

Insieme alla mostra su Simone sarà inaugurata anche “Ri-Nascita” di Giovanni Carpignano, che anche quest’anno, in occasione del Santo Natale, rinnova l’ormai consueto appuntamento del MAP con i presepi, che dal 2011 vengono realizzati nei linguaggi e materiali dell’arte contemporanea nei suggestivi spazi della chiesa di San Michele delle Suole Pie. L’’iniziativa si pone il fine di consentire agli artisti di confrontarsi con il soggetto della Natività, ritornare all’arte sacra mediante gli stili, i mezzi espressivi, le forme della contemporaneità, e al tempo stesso accrescere e diffondere nel territorio le conoscenze e le frequentazioni con la creatività e l’estetica d’oggi.

MAP – Museo Mediterraneo dell’Arte Presente
Brindisi – già Chiesa di S. Michele Arcangelo delle Scuole Pie
Via Tarantini, 37 (Centro Storico nei pressi di piazza Duomo.) Brindisi
Orari: lunedì/sabato 18,00 -20,00 (ultimo ingresso 19,40), Esclusi i festivi.
Ingresso libero/donation

INFO: MAP 3382618983 oppure 3402767898/32704126913
Solo su richiesta al mattino o la domenica e festivi visite guidate per gruppi in orari da concordare telefonando 3382618983 (€ 4 adulti; € 2 under 21)

Inaugurazione Sistema Museale Vaste – Poggiardo

Sabato 19 dicembre,  alle ore 16 presso il Palazzo della Cultura a Poggiardo verrà inaugurato il Sistema Museale Vaste – Poggiardo

Il nuovo polo archeologico-museale comprende il Museo Archeologico di Vaste, il Parco dei Guerrieri e il Portale, la chiesa rupestre dei Ss. Stefani, la chiesa rupestre di Santa Maria degli Angeli, il Museo degli affreschi bizantini e l’Arboreto Didattico.

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Il Sistema Museale è il risultato di una trentennale attività di ricerca dell’équipe dell’Università del Salento guidata dal Professor Francesco D’Andria che a partire dal 1981 ha diretto gli scavi archeologici e della tutela del territorio curata dalla Soprintendenza Archeologica e dalla Soprintendenza alle Belle Arti e al Paesaggio. 

 Nel corso dell’inaugurazione sarà posta particolare attenzione soprattutto all’apertura del Museo Archeologico di Vaste, che offre la straordinaria occasione di esporre nel luogo stesso del ritrovamento oltre mille reperti provenienti dagli scavi dell’Università e da vecchi ritrovamenti registrati fin dagli inizi del ‘900.

Il Museo ha sede nel Palazzo Baronale (XIV – XVIII secolo) e l’esposizione si sviluppa su un percorso di 14 ambienti che dal pian terreno, con ingresso da Piazza Dante, continua al primo piano, accedendo dal retrostante Largo intitolato ai Ss. Vitale e Benedetta.
Il visitatore segue un percorso che corrisponde alle tappe della storia di Vaste, un insediamento a continuità di vita, nel quale le più antiche tracce di occupazione risalgono alla tarda età del Bronzo (XI-X sec. a.C.).

Assieme ai reperti archeologici, il visitatore potrà osservare ricostruzioni reali dei contesti di ritrovamento, diorami con scene di vita quotidiana nell’antichità e, infine, ricostruzioni digitali di monumenti e rituali.

museo diffuso cavallino puglia musei

4 buoni motivi per visitare il Museo diffuso di Cavallino secondo Loredana

1. Un balcone sulla storia

Un cancello di ferro zincato è l’ingresso da Piazzetta Fratelli Cervi al Museo diffuso di Cavallino. Il balcone sulla storia è un ingombro metallico stridente con la bellezza del paesaggio circostante.
Una signora capelli corvini, ricci, tagliati a carré corto sul collo,  ha gli occhi segnati da una spessa matita nera e  mi chiede se sono la guida che i ragazzi stanno aspettando e se può sciogliere il cane che ha al guinzaglio tanto è buono ed è attratto solo dalle cagnoline. No, io non sono la guida, sono qui per perdermi per un paio d’ore in un luogo a me caro.

2. Civiltà che si mescolano

E’ un primo pomeriggio di metà Ottobre, un leggero vento di maestrale e il sole splendente rendono i colori accesi, il verde dei prati  è più verde, il sentiero in terra rossa è rosso più che mai. Il  muro di cinta in pietre a secco a destra non ha nulla a che fare coi Messapi. Sono trenta ettari di terreno dove cresce spontaneamente la rucola, il tarassaco, la cicoria, la calendula, la malva. Dove i cumuli di pietre, le specchie, le pagghiare i fichi si confondono con le tombe, con le fortificazioni, con i resti delle case del villaggio arcaico.

3. Là dove c’era una città ora c’è l’erba

Passeggiando sui prati, prima ancora di arrivare nella zona nord-est dove è condensato il maggior numero di reperti riportati alla luce,  sentirete forte la presenza di qualcosa sotto i vostri piedi. Immagino che la maggior parte di voi camminando sui lastricati o sull’asfalto di una qualsiasi città contemporanea pensi ai prati che c’erano prima sotto.
Qui lo stesso ragionamento, ma al contrario.
Cammini su un prato ma sai che sotto ci sono i resti di una antica civiltà con le sue strade e le sue case. Quello che è successo qui nel V secolo a.C. è evidente nei segni lasciati sulle fortificazioni distrutte, sulle mura bruciate delle abitazioni, nelle cisterne d’acqua riempite di pietra.
Una distruzione violenta.
Impensabile nel quadretto arcadico di questo pomeriggio dove tutto trasmette pace e tranquillità, come solo un paesaggio rupestre può fare.
Se non fosse per le sagome dei guerrieri messapici in ferro battuto, opera di Ferruccio Zilli.

4. La quiete

Da bambina, parlo metà degli anni Settanta, intorno ai sassi della porta Nord ci giocavo con la mia amica Teresa  a “tuddhri” e a nascondino.  Suo padre coltivava il tabacco e il grano in quella terra fertilissima.  E malediceva i divieti di arare in profondità.
Sul finire degli anni Ottanta ci accompagnavo i miei amici olandesi della Libera Università di Amsterdam, studenti di archeologia a Lecce con Erasmus.
Ora ci torno per l’eternità che trasmette e per il senso di quiete.
La superficie delle cose è molto spessa a volte per poter arrivare in profondità, ma non qui.


Loredana Potenza di Cavallino, seppur per caso nata a lecce. Attualmente abito a Corigliano d’Otranto. Studi di archeologia mai completati. Il più bel ricordo lo scavo a Valesio con la Libera Università di Amsterdam, spedizione diretta dal prof. Boersma. Attualmente sono impegnata nel lavoro come responsabile alla segreteria e alla comunicazione di un’agenzia di rappresentanza nel settore casa e arredo. I figli sono cresciuti e coltivo i miei interessi : contemplazione dei paesaggi, passeggiate al mare soprattutto in inverno, scrittura creativa. Non ho molto da dire su me stessa . Bisognerebbe conoscermi di persona.


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